ROMA (Public Policy) – “Per quanto riguarda l’autonomia finanziaria delle Autorità portuali occorrerebbe lasciare la possibilità alle Autorità portuali di incassare l’1% dell’Iva dovuta sulle merci che entrano nel porto, eliminando però il limite di 90 milioni di euro annui e versando al fondo perequativo per il finanziamento dei porti, anziché l’intero gettito delle risorse così acquisite, solo una quota pari al 20%, restando il residuo alle stesse Autorità portuali”.
Lo ha detto in commissione Lavori pubblici del Senato, il relatore democratico al disegno di legge di modifica della legislazione portuale Marco Filippi (Pd), che ha così anticipato i contenuti degli emendamenti che la maggioranza depositerà. Dunque l’obiettivo sarebbe quello di far incassare alle Autorità portuali l’1% dell’Iva sulle merci che entrano nei porti, che ammonterebbe a circa 130 milioni.
“Per fare questo però – ha spiegato Filippi a Public Policy – bisogna eliminare il tetto massimo di 90 milioni introdotto da questo Governo con il decreto legge n. 69 del 2013″. Il termine per la presentazione degli emendamenti non è stato ancora stabilito ma, secondo il relatore, dovrebbe essere fissato per la prossima settimana. (Public Policy)
NAF