di Marta Borghese
ROMA (Public Policy) – Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, impegnate nell’esame del ddl Sicurezza, hanno terminato nella seduta di mercoledì 12 marzo la votazione degli emendamenti agli ultimi due articoli del testo: il 37 – relativo all’organizzazione del lavoro delle persone sottoposte a trattamento penitenziario – e il 38, che prevede che dall’attuazione della norma non derivino ulteriori spese per le finanze pubbliche.
Resta, però, il nodo degli emendamenti all’articolo 31 sul potenziamento dei Servizi segreti, accantonati nella seduta del 5 marzo scorso.
Tutti gli altri emendamenti sono stati respinti, nè ci saranno modifiche in commissione.
Per il provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e già approvato dalla Camera slitta, intanto, l’approdo in aula a Palazzo Madama. La scorsa settimana fonti parlamentari di maggioranza stimavano la calendarizzazione al 20 marzo: quel giorno, giovedì prossimo, si procederà invece all’esame – nelle commissioni – degli ordini del giorno, per arrivare, almeno questa è l’intenzione della presidenza, a conferire il mandato al relatore entro il 25 marzo. Poiché la settimana dal 24 al 28 è riservata ai lavori delle commissioni e non sono previste sedute di assemblea, però, il ddl dovrebbe andare alla prima settimana di aprile.
IL NODO DELL’OBBLIGATORIETÀ DELLA COLLABORAZIONE CON I SERVIZI
L’articolo su cui le opposizioni hanno ottenuto l’accantonamento degli emendamenti riguarda il potenziamento dei Servizi segreti, su cui nella seduta del 6 novembre era intervenuto nelle commissioni anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi Alfredo Mantovano.
Il testo prevede una modifica della legge 124 del 2007 sul “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”. Oggi Dis, Aise e Aisi “possono corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con i soggetti che erogano, in regime di autorizzazione concessione o convenzione, servizi di pubblica utilità, e chiederne la collaborazione”.
L’articolo 31 del ddl Sicurezza prevede invece che “le pubbliche amministrazioni, le società a partecipazione pubblica o a controllo pubblico e i soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione, servizi di pubblica utilità sono tenuti a prestare al Dis, all’Aise e all’Aisi la collaborazione e l’assistenza richieste”, necessarie “per la tutela della sicurezza nazionale”.
È sul passaggio dalla facoltà all’obbligatorietà della collaborazione che si sono concentrate le critiche delle opposizioni, che martedì 18 marzo hanno tenuto a Palazzo Madama una conferenza stampa congiunta per criticare fortemente la norma.
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@BorgheseMarta