(Public Policy) – Roma, 15 apr – Il recente decreto che
sblocca i debiti della Pubblica amministrazione nasconde un
ulteriore e gravoso appesantimento degli oneri
amministrativi e burocratici per cui i cittadini saranno
costretti a maggiori spese per pagare l’Imu. La
Confederazione italiana agricoltori prevede che i lavoratori
dipendenti e i pensionati rischiano di pagare oltre 700
milioni di euro in più per l’Imposta municpale propria.
Facendosi carico dei disagi evidenziati dal proprio Centro
di assistenza fiscale, la Cia rileva che, oltre alla pretesa
di obbligare i cittadini a fare due calcoli distinti per il
versamento dell’imposta, prima in acconto e poi a saldo per
l’Imu, è stata lasciata mano libera ai Comuni per
modificare, nel corso dell’anno, le aliquote senza alcuna
limitazione. In questo modo, sostiene l’organizzazione degli
imprenditori agricoli, si raddoppiano gli oneri
amministrativi a carico dei cittadini e delle imprese.
La Cia spiega: “A seguito delle modifiche introdotte, la
prima rata (con scadenza 17/06/2013) deve essere pagata in
base alle aliquote e detrazioni delle delibere/regolamenti
pubblicati sul portale del federalismo fiscale entro il 16
maggio 2013; in caso di mancata pubblicazione entro tale
data, il versamento della prima rata è determinato in misura
pari al 50% dell’Imu dovuta sulla base delle
aliquote/detrazione dell’anno precedente”.
“La seconda rata (con scadenza 16/12/2013) – continua la
Cia – dev’essere eseguita, a saldo dell’imposta dovuta per
l’intero anno, in base alle aliquote e detrazioni delle
delibere/regolamenti pubblicati sul portale del federalismo
fiscale entro il 16 novembre 2013; in caso di mancata
pubblicazione entro la data fissata, si applicano le
delibere/regolamenti pubblicati entro il 16 maggio dell’anno
di riferimento, oppure in mancanza, quelli adottati l’anno
precedente”.
I Comuni hanno, quindi, la facoltà di inserire ulteriori
delibere per modificare le aliquote in sede di seconda rata
e il contribuente sarà tenuto a verificare questa opzione
prima di procedere al pagamento del saldo, vedendosi
peraltro preclusa la possibilità di pagare l’Imu in un’unica
soluzione.
“Tale macchinoso sistema di calcolo, oltre ad essere
prevedibile fonte di numerosi errori, crea notevoli disagi
per i contribuenti, i quali – conclude la Cia – non solo non
possono ottenere il servizio di liquidazione dell’Imu in
sede di assistenza fiscale per la redazione del modello 730
(come, invece, avveniva per l’Ici), ma non potranno contare
su tariffe di elaborazioni Imu inferiori, stante la mole di
lavoro che viene riversata sui soggetti deputati a fornire
loro assistenza fiscale”. (Public Policy)
SPE