CONSEGNATE TREMILA FIRME RACCOLTE
ON LINE DA ENRICA BECCALLI
(Public Policy) – Roma, 15 apr – Con una petizione popolare
lanciata su change.org la ventisettenne Enrica Beccalli ha
raccolto quasi tremila firme per avere un donna al
Quirinale. La petizione, lanciata circa un mese fa, è stata
oggi consegnata alla Camera dei deputati, a pochi giorni
dalla prima riunione del Parlamento in seduta comune per
l’elezione del nuovo Capo dello Stato, prevista per il 18
aprile.
“Nel 2011 – ha scritto Enrica su change.org – il Paese
continua a collocarsi tra i più arretrati nella graduatoria
dell’indice ‘Global Gender Gap’ (al 74° posto su 145 paesi;
21° posto tra quelli dell’Unione europea), i ritardi
riguardano l’accesso al mercato del lavoro, il livello delle
retribuzioni, la carriera, il raggiungimento di posizioni
apicali e l’iniziativa imprenditoriale.
Evidenze internazionali mostrano i possibili benefici di
una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro,
nelle posizioni di vertice, nelle amministrazioni. A una più
elevata presenza di donne tra gli amministratori pubblici
corrispondono livelli di corruzione più bassi e
un’allocazione delle risorse orientata alla spesa sanitaria
e ai servizi di cura e di istruzione”.
Sono questi i motivi, secondo Beccalli, per eleggere, per
la prima volta nella storia repubblicana, una donna al
Quirinale.
Secondo la ventisettenne, “un presidente della Repubblica
italiana donna sarebbe un forte segnale per dare inizio a
questo cambiamento, visto che fino ad ora il problema è
stato sottovalutato o ignorato da chi avrebbe dovuto
prendere decisioni in merito”.
“Ecco perché – dice Enrica – è tempo di cambiare, facciamolo
insieme”.
PARLAMENTARI E POLITICI ADERENTI
Tra le parlamentari che hanno firmato, Fabrizia Giuliani
(Pd), Giorgia Meloni (FdI), Laura Puppato (Pd), Celeste
Costantino (Sel), il consigliere regionale del Lazio, Mario
Ciarla (Pd).
“C’è stata una buona partecipazione a livello di
cittadinanza attiva – ha commentato Beccalli con Public
Policy – meno a livello parlamentare. Eppure in televisione
molti sono i politici che si dicono a favore di una donna al
Quirinale. Ma pochi hanno risposto. Un ringraziamento a
quelli che non si sono tirati indietro”. (Public Policy)
SAF