di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Dalla proroga per le villette alle deroghe per Iacp, onlus, zone sismiche, abbattimento di barriere architettoniche. Passando, ovviamente, per il nodo più grande: il tentativo di sbloccare i 19 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati, facendo ripartire il mercato delle cessioni. Questi i principali interventi che hanno interessato il passaggio alla Camera del dl Superbonus, su cui giovedì il Governo ha incassato la fiducia.
Dopo l’ok finale di Montecitorio (che arriverà martedì) il decreto passerà al Senato per ricevere il via libera definitivo entro il 17 aprile.
Per quanto riguarda lo smaltimento dei crediti incagliati, è stata definitivamente archiviata la soluzione dell’F24 e la soluzione definitiva segue tre vie: possibilità per le banche di trasformare i crediti in Btp; piattaforma di acquisto e vendita di crediti; più tempo per inviare all’Agenzia delle entrate la comunicazione sulle cessioni.
Vediamole nel dettaglio:
BTP
Viene data la possibilità a banche e assicurazioni di utilizzare crediti fiscali 2022 derivanti da bonus edilizi per acquistare Btp con scadenza almeno decennale, emessi con emissioni ordinarie. Per inserire questa ultima specifica – richiesta dalla Ragioneria per non rischiare effetti sul debito – ieri il testo è dovuto tornare in commissione per l’approvazione di un emendamento del relatore in materia.
REMISSIONE IN BONIS
Con un emendamento del relatore Andrea De Bertoldi (FdI) si è stabilito che, per i crediti 2022 da cedere a banche e altri istitituti di credito, loro società e assicurazioni operanti in Italia, si potrà comunicare all’Agenzia delle Entrate l’opzione della cessione entro novembre 2023, e dunque oltre il termine del 31 marzo 2023, accendendo all’istituto della remissione in bonisi e pagando una mora di 250 euro.
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@VioC