Gli enti previdenziali e il dl Banche: cosa cambierà

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ROMA (Public Policy) – I relatori del dl Banche, Marco Causi e Luigi Taranto (Pd) hanno presentato nelle commissioni Finanze e Attività produttive l’emendamento, anticipato da Public Policy, per aprire anche agli enti previdenziali la partecipazione al capitale della Spa per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese, istituita dal dl Banche. La modifica è stata approvata martedì sera.

Attualmente la norma prevede che il capitale della società sia interamente sottoscritto da investitori istituzionali e professionali allo scopo della ristrutturazione, il sostegno e riequilibrio della struttura finanziaria e patrimoniale di imprese in crisi, caratterizzate da adeguate prospettive industriali e di mercato. Con la modifica dei relatori il capitale della società per le imprese in crisi potrà essere sottoscritto, ad esempio, anche all’Inps.

L’emendamento prevede inoltre di allargare il campo di azione della Spa al rilancio di tutte le imprese in crisi, non solo quelle industriali (come previsto ora dal decreto) e di favorire processi di consolidamento “occupazionale” oltre che industriale. Viene inoltre previsto che un dpcm dovrà definire che “i diritti dei soggetti che non si avvalgono della garanzia” dello Stato per la raccolta delle risorse finanziarie “nonché gli obblighi verso lo Stato dei soggetti che si avvalgono della garanzia”.

In questo modo, viene spiegato, si stabilisce che lo statuto della Spa darà diritti particolari agli azionisti che non si avvalgono della garanzia statale. L’emendamento rende meno stringente il controllo dell’Ue su questo dpcm: il testo del dl Banche prevede che venga “trasmesso ai competenti organi dell’Unione europea per gli eventuali assensi” mentre l’emendamento riformula questa norma prevedendo solo la “comunicazione” del dpcm “ai competenti organi dell’Unione europea”. (Public Policy) VIC