(Public Policy) – Roma, 9 lug – Le norme sulle tipologie
contrattuali rappresentano “un arretramento secco rispetto
ai pur timidi sforzi di contrasto alla precarietà presenti
nella legge 92/12”. Lo afferma il segretario confederale
della Cgil, Serena Sorrentino, durante un’audizione in
commissioni riunite Finanze e Lavoro del Senato sul decreto
in tema di occupazione, coesione sociale, Iva e misure
finanziarie.
Il sindacato guidato da Susanna Camusso segnala “come si
possa creare uno spiazzamento tra le agevolazioni previste
per assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato di giovani e
queste misure che invece invogliano le imprese a continuare
ad approfittare delle forme precarie piuttosto che
impegnarsi in programmi di occupazione stabile”.
Le misure allo studio del Governo sono “improvvide e
controproducenti. Non si interviene, anzi si rafforzano, gli
istituti che in questi anni sono stati oggettivamente i
concorrenti spiazzanti dell’apprendistato (in primis il
contratto a termine acausale e il lavoro a chiamata),
individuando scorrettamente e in modo ipocrita i ritardi
delle Regioni a convenire su regole comuni, quali ragioni da
rimuovere per far ripartire l’apprendistato”.
BANCHE DATI, UN PASSO IN AVANTI
Per Sorrentino, istituire la banca dati delle politiche
attive e passive è “un passo avanti importante verso la
convergenza, nella prospettiva di un unico soggetto delle
politiche attive e passive, attualmente suddivise in
soggetti rispondenti a logiche e regole non collimanti (Inps
e Centri per l’Impiego)”.
ARTICOLO 8 LEGGE 148/11
La Cgil si dice “contrarissima” a che si ritorni
sull’articolo 8 della legge 148/11 sugli accordi in deroga a
leggi e contratti che, “a maggior ragione dopo il protocollo
sulla rappresentanza firmato con Confindustria il 31 maggio,
non ha davvero più ragione d’essere”.(Public Policy)
DAR