ROMA (Public Policy) – di Francesco Ciaraffo – Sono tanti e sostanziosi i poteri che il nuovo Codice degli appalti attribuisce all’Anac.
Non è una sorpresa visto che già molti principi delega prevedevano di arricchire i compiti dell’Autorità guidata da Raffaele Cantone che durante l’ultima relazione annuale al Parlamento si era spinto a definire le sfide contenute nella delega “da far tremare i polsi”.
Stando all’ultima bozza del dlgs atteso sul tavolo del Cdm di venerdì (ma poi non esaminato) che Public Policy ha avuto modo di vedere – all’Anac sono attribuiti i poteri di vigilanza e di controllo sui contratti pubblici e l’attività di regolazione degli stessi, per prevenire e contrastare la corruzione.
Questi i principali compiti nel dettaglio.
LE LINEE GUIDA
Sono uno degli aspetti su cui si punta per alleggerire il nuovo Codice. Si tratta di norme secondarie che dovranno essere messe a punto dall’Anac.
L’Authority ‘attraverso linee guida, bandi-tipo, capitolati-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di regolamentazione flessibile, comunque denominati, garantisce la promozione dell’efficienza, della qualità dell’attività delle stazioni appaltanti, cui fornisce supporto anche facilitando lo scambio di informazioni e la omogeneità dei procedimenti amministrativi e favorisce lo sviluppo delle migliori pratiche’.
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@fraciaraffo