BRUXELLES (Public Policy Europe) – “Secondo la Bce, il fabbisogno annuo di investimenti per il 2025/31 ammonta a quasi 1.200 miliardi di euro, rispetto agli 800 miliardi di euro di un anno fa. La quota pubblica è quasi raddoppiata, dal 24% al 43%, con un aumento di 510 miliardi di euro all’anno, dato che la difesa è principalmente finanziata con fondi pubblici. Lo spazio fiscale è scarso. Anche senza questa nuova spesa, il debito pubblico dell’Ue è destinato ad aumentare di 10 punti percentuali nel prossimo decennio, raggiungendo il 93% del Pil, sulla base di ipotesi di crescita più ottimistiche della realtà odierna. A distanza di un anno, l’Europa si trova quindi in una situazione più difficile“. Lo ha detto Mario Draghi, durante il suo discorso di apertura alla conferenza organizzata dalla Commissione Ue per un anno dalla presentazione del Rapporto sulla Competitività.
“Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità aumentano. E non c’è un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno. E c’è stato ricordato, dolorosamente, che l’inazione minaccia non solo la nostra competitività, ma la nostra stessa sovranità“, ha aggiunto Draghi.
SUL DEBITO COMUNE
Bisogna “prendere in considerazione un debito comune per progetti comuni – sia a livello di Ue che di coalizione di Stati membri – per amplificare i benefici del coordinamento”, ha spiegato l’ex premier italiano.
“L’emissione congiunta non amplierebbe magicamente lo spazio fiscale. Ma permetterebbe all’Europa di finanziare progetti più grandi in settori che aumentano la produttività – innovazione rivoluzionaria, tecnologie di scala, ricerca e sviluppo nel campo della difesa o reti energetiche – dove la spesa nazionale frammentata non può più dare risultati”, ha aggiunto Draghi.
SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
“L’AI Act è una fonte di incertezza. Le prime norme, che includevano il divieto di sistemi ‘a rischio inaccettabile’, sono state approvate senza grandi complicazioni. I codici di pratica firmati dalla maggior parte dei principali sviluppatori, insieme alle linee guida della Commissione di agosto, hanno chiarito le responsabilità. Ma la prossima fase, che riguarderà i sistemi di IA ad alto rischio in settori come le infrastrutture critiche e la salute, deve essere proporzionata e sostenere l’innovazione e lo sviluppo. A mio avviso, l’attuazione di questa fase dovrebbe essere sospesa fino a quando non ne comprenderemo meglio gli svantaggi”.
“Più in generale, l’applicazione dovrebbe basarsi su una valutazione ex post, giudicando i modelli in base alle loro capacità reali e ai rischi dimostrati”, ha aggiunto Draghi.
SULL’ENERGIA
Per ridurre rapidamente i prezzi dell’energia in modo rapido occorre “migliorare il funzionamento dei mercati del gas e allentare la presa del gas sui prezzi dell’elettricità”, ha detto Draghi
“Da marzo, il gnl sbarcato in Europa costa il 60-90% in più rispetto allo stesso gas negli Stati Uniti, anche dopo aver tenuto conto della logistica e della rigassificazione. L’acquisto collettivo da parte dell’Ue, come proposto per la prima volta dalla Commissione dopo l’invasione russa, potrebbe certamente ridurre questo divario, rafforzando il nostro potere contrattuale, riducendo i margini degli intermediari e proteggendoci dalla volatilità dei mercati spot – ha aggiunto Draghi -. Parallelamente, l’Europa deve portare avanti il lavoro della Task Force per il mercato del gas e rendere più trasparente il commercio dell’energia. I profitti dei quattro maggiori trader globali sono quadruplicati tra il 2020 e il 2022. Una supervisione congiunta e un regolamento più forte sono attesi da tempo”.
“Dobbiamo poi disaccoppiare la remunerazione delle energie rinnovabili e del nucleare dalla generazione fossile, espandendo i contratti di energia, ossia gli accordi di acquisto di energia (Ppa) e i contratti per differenza (CfD) a due vie”.
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NAF
(foto cc Palazzo Chigi)






