Dsa, arrivano maggiori tutele contro lo ‘spionaggio’ di Stato

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BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Aumentare le garanzie per gli utenti affinché i loro dati non siano utilizzati per scopi di monitoraggio, prevedendo dei divieti in questo senso anche per gli Stati membri. Questo l’obiettivo della versione finale di un emendamento di compromesso al Digital services act (Dsa), che sarà votato dalla commissione sul Mercato interno (Imco) del Parlamento europeo e di cui Policy Europe ha preso visione.

L’emendamento agisce sull’articolo 7 del regolamento, che prevedeva già un generico divieto di imporre alle piattaforme web un obbligo di monitorare le informazioni che i fornitori di servizi intermediari trasmettono o memorizzano, né di ricercare attivamente fatti o circostanze indicanti attività illecite. L’emendamento di compromesso chiarisce che il divieto vale anche “de jure” e “de facto”, sia per conto di “mezzi automatizzati o non automatizzati” e anche per il monitoraggio del “comportamento di persone fisiche”.

Ma soprattutto l’emendamento prevede anche che “gli Stati membri non impediscono ai fornitori di servizi intermediari di offrire servizi crittografati end-to-end”; e “non impongono ai fornitori di servizi intermediari l’obbligo generale di limitare l’uso anonimo dei loro servizi”. Inoltre “gli Stati membri non obbligano i fornitori di servizi intermediari a conservare in modo generale e indiscriminato i dati personali dei destinatari dei loro servizi. L’eventuale conservazione mirata dei dati di un destinatario specifico – si legge -, è disposta da un’autorità giudiziaria ai sensi del diritto dell’Unione o nazionale”. (Public Policy / Policy Europe) NAF