di Lorenzo Castellani
ROMA (Public Policy) – Gli ultimi sondaggi hanno registrato il sorpasso del Partito democratico sul Movimento 5 stelle. È noto che le rilevazioni demoscopiche vadano trattate con cautela e per questo motivo il recupero dei democratici è ancora tutto da verificare nella pratica. Tuttavia, considerando anche i risultati delle elezioni regionali è probabile che se si formerà un polo di centrosinistra questo possa valere elettoralmente più del Movimento 5 stelle. Ciò significherebbe per i pentastellati un passaggio da primo a terzo partito del Paese e per Salvini il ritorno di una minaccia, oggi ancora poco preoccupante ma più rilevante che negli scorsi mesi, da sinistra.
Il ritorno del centrosinistra pone due problemi al leader della Lega. Il primo è una opposizione più forte e organica verso il centrodestra e, in particolare, nei confronti della Lega con una ulteriore polarizzazione intorno alla figura dello stesso Salvini. Il secondo, più complesso, è che il sorpasso del centrosinistra sul Movimento 5 stelle può più agevolmente riaprire i giochi delle alleanze proprio tra questi due partiti. Se infatti risulta difficile per il neo-segretario del Pd Zingaretti giustificare una possibile alleanza con un partito più grande potrebbe esserlo molto meno se il Movimento 5 stelle arrivasse terzo nel voto europeo.
In altre parole se si arrivasse, nel giro di un anno, a nuove elezioni politiche una collaborazione tra Di Maio e Zingaretti dopo il voto non sarebbe impossibile sia per l’indebolimento dei 5 stelle sia per il cambio della guardia alla guida dei democratici e la fine del “veto Renzi” sul rapporto con il Movimento.
Questo scenario determina tre implicazioni per il sistema politico italiano. La polarizzazione sulla figura di Salvini ed il ritorno del centrosinistra rischiano di erodere ulteriormente il consenso dei pentastellati nei prossimi mesi. Di fatti la dialettica politica tenderà ad articolarsi tra coloro che stanno con la Lega e coloro che invece sono contro. Una dinamica che favorisce un ritorno alla bipolarizzazione della scena: da un lato la destra e dall’altro la sinistra. I 5 stelle rischiano, dunque, di restare in mezzo poiché essi governano con la Lega, pur non essendo alleati di Salvini in altre competizioni elettorali e, al tempo stesso, non fanno parte del centrosinistra. Questa posizione intermedia rischia di sfibrarli e marginalizzarne i messaggi nell’agone politico.
La seconda implicazione è che se, come conseguenza della polarizzazione, il Movimento dovesse raccogliere poco da amministrative, regionali ed europee la sua posizione al governo potrebbe irrigidirsi. Nessuno vuole votare quando il supporto elettorale scende e ancora meno un partito con una leadership pericolante come quella dei pentastellati. La conseguenza potrebbe essere un attaccamento alle poltrone del governo e la ricerca di un rinvio della resa dei conti elettorali il più avanti possibile nel tempo.
La terza riguarda la strategia di Salvini. Il leader della Lega oggi è in una posizione vincente poiché la sua agenda si è imposta al governo e l’opposizione è ancora debole. Soprattutto Salvini ha neutralizzato la posizione di Fratelli d’Italia e Forza Italia che rivolgono le proprie critiche quasi esclusivamente verso il Movimento 5 stelle.Tuttavia, se le europee confermeranno i numeri dei sondaggi sarà difficile per la Lega mantenere la stessa configurazione di governo. Un rimpasto diventerebbe molto probabile, specie se l’alleato di governo dovesse scendere nei consensi più del previsto. Il problema è che, in questo scenario, Salvini si troverebbe intrappolato al governo dal Movimento e dovrebbe trovare, verosimilmente dopo la legge di Bilancio 2020, un casus belli per rompere l’alleanza e andare a nuove elezioni.
Una notazione finale. Il sistema politico italiano sta entrando in una fase tripolare in cui centrodestra, 5 stelle e centrosinistra si troveranno a convivere nei prossimi mesi. Il Movimento è indebolito ma mantiene una forza strategica data dalla sua flessibilità nelle alleanze. Anche come terzo polo, infatti, può oscillare tra la Lega ed il Pd. È un elemento da considerare sia in caso di una crisi di governo risolta a livello parlamentare sia nel caso di un voto anticipato. Forse i 5 stelle non potranno più vincere, ma potranno determinare chi vincerà o chi perderà. E ciò avverrebbe nel caso in cui il centrodestra non riuscisse ad ottenere una maggioranza assoluta in caso di elezioni politiche. Per questo Salvini non ha molto tempo poiché deve capitalizzare il vantaggio prima che inizi una inevitabile discesa del consenso nel prossimo futuro.