ROMA (Public Policy) – di Sonia Ricci – Gli edifici scolastici italiani censiti dall’Anagrafe del ministero dell’Istruzione sono oltre 42mila. Circa un terzo del totale necessita di interventi di ristrutturazione e per questo negli ultimi tre anni sono stati aperti quasi 3.800 cantieri e sono stati ridotti gli iter burocratici con cui Comuni e Province possono richiedere i finanziamenti.
Il valore totale delle operazioni, dal 2013 ad oggi, supera i 4 miliardi di euro. Sono questi i numeri del piano di edilizia scolastica del Governo Renzi su cui vigila una struttura di missione ‘ad hoc’ istituita presso Palazzo Chigi.
Un piano iniziato da Enrico Letta con il decreto Fare e poi ripreso da Matteo Renzi, con la messa a punto di tre filoni (presentati con tanto di hashtag): #scuolebelle, #scuolenuove e #scuolesicure.
Le due figure previste dall’unità sono un coordinatore e un dirigente. L’architetto Laura Galimberti è stata nominata per ricoprire il primo incarico, mentre come dirigente è stato scelto l’avvocato Filippo Bonaccorsi, ex presidente di Ataf (società dei trasporti pubblici di Firenze venduta al gruppo Ferrovie dello Stato).
Con la nascita della struttura di missione – spiega a Public Policy Galimberti – “si è riordinato un po’ tutto il sistema”. Oltre alle risorse è arrivata “un’importante semplificazione normativa che ha permesso di accelerare i tempi” e si è potuto dire addio ai cosiddetti “interventi spezzatino”.
D. ARCHITETTO, PERCHÉ È STATO DECISO DI CREARE UNA NUOVA STRUTTURA A PALAZZO CHIGI? RISPETTO A PRIMA COSA È CAMBIATO?
R. Da parte del governo c’è una attenzione specifica alla questione dell’edilizia scolastica. Un tema trasversale e complesso perché gli edifici sono di proprietà dei Comuni e delle Province, la programmazione regionale e i finanziamenti sono invece sempre arrivati da diversi ministeri e dipartimenti. C’era la necessità di fare un po’ di coordinamento e di chiarezza.
È stata costituita anche una direzione presso il Miur che gestisce la programmazione nazionale dei finanziamenti. In questo modo gli enti locali non cercano più di partecipare a tutti i bandi per escono dai diversi ministeri per poter ricevere vari finanziamenti. Ora devono per forza inserirsi nella programmazione nazionale da cui passano tutti i finanziamenti.
D. LE RISORSE COME VENGONO GESTITE?
R. È stato costituito il Fondo unico per l’edilizia scolastica presso il Miur. Un po’ alla volta tutti i finanziamenti confluiscono lì. È una significativa opera di razionalizzazione fatta dal governo. Come struttura stiamo cercando di recuperare anche i vecchi interventi che sono in giro per i vari ministeri.
D. QUANTI SONO GLI EDIFICI SCOLASTICI CHE NECESSITANO DI INTERVENTI DI MANUTENZIONE?
R. In totale abbiamo oltre 42mila edifici scolastici censiti, di cui 33.825 risultati attivi, cioè adibiti ad ospitare attività connesse con la vita scolastica. Il 55% è stato costruito prima del 1976, quindi prima della normativa tecnica sull’edilizia scolastica. Inoltre, per circa il 30% di quelli costruiti negli anni ’60-’70 sono utilizzati materiali veramente poco performanti o che oggi sono considerati nocivi, come l’amianto. Calcoliamo che un terzo del patrimonio complessivo vada sicuramente rinnovato.
D. QUANTI CANTIERI SONO STATI APERTI?
R. Negli ultimi due anni abbiamo aperto 3.766 cantieri, di questi 2.435 sono già chiusi. Contiamo di aprirne altri 1.777 nel 2016. Sono numeri significativi in cui si è arrivati in tempi record viste anche le tempistiche di tante linee di finanziamenti precedenti. Le procedure erano molto complesse e coinvolgevano accordi quadro di programma.
D. QUINDI COSA È CAMBIATO?
R. Oggi gli enti vengono pagati a stato di avanzamento lavori. La procedura è molto semplice: gli enti presentano lo stato di avanzamento al Miur, così è successo per il finanziamento ‘scuole sicure’, che vengono saldati. Non sono più necessari gli accordi quadro o le firme di diversi ministeri o dei provveditorati. E con il pagamento anticipato i lavori vanno avanti più velocemente.
D. QUALI SONO LE TEMPISTICHE?
R. In meno di un anno gli enti possono partire. Per fare un esempio: le graduatorie dei mutui Bei sono state chiuse a maggio dell’anno scorso, le Regioni hanno stipulato i mutui entro l’anno. Gli enti, con il Milleproroghe, hanno tempo fino a fine febbraio per inviare la aggiudicazione provvisoria dei lavori. Dunque meno di 12 mesi.
D. QUANTO VALGONO GLI INTERVENTI DI EDILIZIA SCOLASTICA?
R. Oltre 4 miliardi. Abbiamo 550 milioni di euro delle ‘scuole sicure’, 344 milioni delle ‘scuole nuove’, altri 645 milioni da Pon e Por (programmi operativi nazionali e regionali; Ndr), 905 milioni dal primo giro dei mutui Bei, altri 98 milioni dal Fondo Kyoto, 40 milioni della diagnostica dei solai (oltre 7mila scuole l’hanno potuta effettuare).
Abbiamo poi sbloccato 80 milioni della Protezione civile e abbiamo già programmato con la legge Buona scuola altri 320 milioni di mutui Bei. Infine, i 480 milioni arrivano dal cosiddetto ‘sblocca bilanci’, ovvero deroghe agli equilibri di bilancio per Comuni, Province e Città metropolitane.
D. A CHE PUNTO È L’ANAGRAFE DELL’EDILIZIA SCOLASTICA?
R. Finalmente le Regioni hanno consegnato i dati dell’anagrafe e sono tutti pubblicati sul sito del Miur. Diciamo che non tutte le Regioni hanno mandato dei dati aggiornati e per questo probabilmente si accentreranno alcune funzioni a livello nazionale.
D. QUINDI INTERVERRÀ DIRETTAMENTE IL MINISTERO?
R. Probabilmente è quello che succederà. Non tutte le Regioni probabilmente hanno la forza di controllare i loro enti locali. Comunque siamo soddisfatti che l’anagrafe sia partita anche se non tutti i dati sono completi e saranno da aggiornare. (Public Policy)
@ricci_sonia