Efficienza energetica, tutti i dubbi delle imprese

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ROMA (Public Policy) – L’obiettivo vincolante a livello Ue di miglioramento dell’efficienza energetica del 30% per il 2030 “desta qualche preoccupazione per ragioni di costo-efficacia connesse alle evoluzioni tecnologiche sia nel settore delle fonti rinnovabili che in quello dell’efficienza energetica e di possibile impatto sul sistema”. È quanto si legge in un documento depositato da Confindustria in commissione Industria al Senato in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’efficienza energetica.

Per Confindustria, “i nuovi obiettivi di riduzione dei consumi debbano considerare in modo equo sia i settori manifatturieri ma, soprattutto, quei settori che ancora poco hanno fatto in termini di efficienza energetica e nei quali i risultati in termini di costi efficacia sono potenzialmente più elevati”.

Per questo, si legge ancora “riteniamo quindi che il target di riferimento al 2030, rispetto al quale definire il valore di consumo obiettivo, debba integrare anche gli obiettivi di crescita economica (quali ad esempio gli obiettivi europei di crescita manifatturiera pari al 20% del pil comunitario) e prevedere meccanismi di correzione/adeguamento in relazione all’andamento dell’economia”.

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FRA