di Riccardo Pieroni
ROMA (Public Policy) – In vista delle Europee di giugno 2024 potrebbe ridursi notevolmente la platea delle liste che non dovranno raccogliere le sottoscrizioni. La ‘stretta’ potrebbe arrivare nel caso venisse approvato un emendamento presentato da Fratelli d’Italia al dl Elezioni, all’esame della commissione Affari costituzionali al Senato. La 1a di Palazzo Madama, impegnata in questi giorni con il ddl Premierato, si occuperà degli emendamenti al dl a partire da martedì prossimo.
La proposta di modifica, anticipata lunedì da Public Policy, va infatti a toccare la legge del 1979 che si occupa dell’elezione dei membri del Parlamento europeo che spettano all’Italia. L’emendamento, firmato dagli esponenti di FdI in commissione, stabilisce che “nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle due Camere o che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale in una delle due Camere”.
Nessuna sottoscrizione è richiesta poi “per i partiti o gruppi politici che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che siano affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali”. L’affiliazione è certificata “a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal presidente del gruppo Parlamentare europeo autenticata da un notaio o da un’autorità diplomatica o consolare italiana”, specifica l’emendamento.
Infine nessuna sottoscrizione “è richiesta, altresì, nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere”, si legge ancora nella proposta di FdI.
L’emendamento, se dovesse passare con questa formulazione in commissione, ridurrebbe i casi di esenzione.
Con la normativa attuale, secondo quanto previsto dalla legge del 1979, non raccolgono sottoscrizioni i “partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle Camere o che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere”. Nessuna raccolta è prevista poi per quelli che “nell’ultima elezione della Camera dei deputati abbiano presentato liste per l’attribuzione dei seggi in ragione proporzionale con le quali si sia collegato”, pur “sotto un diverso contrassegno, un candidato risultato eletto in un collegio uninominale”. Nessuna sottoscrizione è richiesta poi “per i partiti o gruppi politici che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio al Parlamento europeo” e nemmeno “nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere”
L’emendamento di FdI, se venisse approvato, ridurrebbe il ricorso all’esenzione europea da parte di molte liste che saranno quindi costrette a raccogliere le firme in tempo utile. Liste sia a sinistra che alla destra di Fratelli d’Italia e della maggioranza che sostiene il Governo Meloni.
@ri_piero