ROMA (Public Policy) – Gli atti del presidente della Repubblica “sono controfirmati dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità”. Non sono controfirmati “la nomina del presidente del Consiglio, la nomina dei giudici della Corte costituzionale, il decreto di scioglimento delle Camere, salvo che lo scioglimento non costituisca atto dovuto, la concessione della grazia e la commutazione delle pene, il decreto di indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi al Parlamento e il rinvio delle leggi alle Camere”.
Lo chiede un emendamento presentato al ddl Premierato dall’ex presidente del Senato e senatore di Fratelli d’Italia Marcello Pera. Ad eccezione dei quattro emendamenti presentati dal Governo, frutto delle intese tra i partiti di centrodestra, si tratta dell’unica proposta di modifica firmata da un esponente di maggioranza. Il termine per depositare gli emendamenti in commissione Affari costituzionali al Senato è scaduto lunedì 5 febbraio.
L’emendamento di Pera vuole modificare l’articolo 89 della Costituzione.
LO STATUTO DELL’OPPOSIZIONE
Il “capo dell’opposizione è eletto, sulla base di un’esposizione programmatica, dai membri del Parlamento che abbiano dichiarato di appartenere all’opposizione”. Lo chiede un altro emendamento presentato al ddl dall’ex presidente del Senato.
Il “capo dell’opposizione” sarà “sentito dal presidente della Repubblica e dal presidente del Consiglio nei casi di guerra e di grave pericolo per la sicurezza nazionale, nonché negli altri casi previsti dalla legge”, si legge nella proposta di modifica depositata in commissione Affari costituzionali.
I regolamenti delle Camere ne dovranno regolare “le modalità di elezione ed i poteri, in particolare con riferimento alla formazione dell’ordine del giorno delle Camere. I regolamenti determinano altresì i poteri di altri gruppi parlamentari di opposizione”, stabilisce ancora l’emendamento.