(Public Policy) – Roma, 27 giu – Una commissione bicamerale,
costituita da 10 senatori e 10 deputati, per indagare il
fenomeno della violenza di genere e in particolare, se lo
Stato fa abbastanza per proteggere le donne. È l’iniziativa
trasversale ai gruppi politici, promossa al Senato, prima
firmataria la vicepresidente Valeria Fedeli, Pd.
La commissione, spiega il disegno di legge, presentato oggi
nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, sarà rinnovata a
ogni legislatura e dovrà rispettare oltre agli equilibri
partitici quelli di genere. I compiti, come spiega
l’articolo 2 del ddl, saranno “di stimolo e impulso”
nell’elaborazione delle proposte di legge sul tema e di
controllo dell’applicazione delle normative internazionali
tra cui la convenzione di Istanbul, recentemente approvata
dal Parlameno. Inoltre raccoglierà i dati sul fenomeno delle
violenze con cadenza annuale e mapperà i servizi di soccorso
e assistenza alle vittime sul territorio.
FEMMINICIDIO, AL SENATO PARTITO L’ITER DELLE PROPOSTE PUGLISI-MUSSOLINI
(Public Policy) – Roma, 27 giu – È iniziata nelle
commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato la
discussione dei disegni di legge sull’introduzione
dell’aggravante del femminicidio. I ddl sono due, uno a
prima firma Francesca Puglisi, Pd,l’altro a prima firma di
Alessandra Mussolini, Pdl. Le proposte sono rispettivamente
la numero 724 e 764. Relatrici del provvedimento sono Doris
Lo Moro (Pd) ed Erika Stefani (Lega Nord) che ieri hanno
fatto la loro relazione.
La proposta Mussolini prevede un aumento di pena da un
terzo fino alla metà per l’omicidio, e per altri reati
contro l’incolumità individuale quando commessi “in danno
alle donne” e tali da provocare “danni o sofferenze di
natura fisica, sessuale, psicologica o economica, ivi
compresi quegli atti idonei a creare la coercizione o la
privazione della libertà”.
Il ddl Puglisi introduce una nuova “circostanza aggravante”
per tutti i delitti contro la persona commessi con violenza
alla presenza di minori e interviene sul reato di
maltrattamenti (articolo 572 del codice penale).
Interventi anche sulle aggravanti per reati sessuali e con
minorenni e introduzione della rilevanza ai fini penali del
rapporto di conoscenza e sentimentale con la vittima, e lo stato
di gravidanza. C’è inoltre, l’estensione delle aggravanti per
discriminazione, previste dalla cosiddetta legge Mancino
(205 del 1993), anche alle discriminazioni di genere.
Ci sono poi corsi per i detenuti per reati di violenza
contro le donne, al termine dei quali la magistratura di
sorveglianza decide dei permessi penitenziari.
Si estende, inoltre, la tutela della vittima: si prevede l’obbligo
di comunicazione alla persona offesa della cessazione di misure
cautelari, della chiusura delle indagini preliminari o della
richiesta di archiviazione, maggiori garanzie sul sequestro
conservativo anche in fase d’indagini, cautele simili a
quelle previste per i minori nei processi che prevedono
vittime maggiorenni “particolarmente vulnerabili”. Una
modalità da introdurre potrebbe essere quella della
videoconferenza, come già previsto dalla convezione di
Istanbul, già ratificata dal Parlamento.
Per i procedimenti penali per reati sessuali e contro la
personalità individuale si introduce la “priorità” per
accelerare i tempi della giustizia.
Le commissioni riunite continuano la discussione sul
provvedimento la prossima settimana, probabilmente
mercoledì. (Public Policy)
LAP