Finanziamento 2015, partiti a secco: non ci sono le condizioni (per ora)

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ROMA (Public Policy) – La tranche di contributi pubblici ai partiti, la cui erogazione scade il 31 luglio, non verrà sbloccata dalla Camera. “Non ci sono le condizioni di legge” per poter erogare le somme ai partiti senza che la Commissione di garanzia degli statuti esamini prima i rendiconti dei partiti.

È questo l’esito dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, durante il quale la maggioranza ha votato a favore della relazione del segretario, Gianni Melilla, deputato di Sinistra ecologia e libertà, incaricato di svolgere una ricognizione sui risvolti legali della questione dello sblocco dei finanziamenti pubblici.

Hanno votato contro i tre deputati del M5s, Claudia Mannino, Riccardo Fraccaro e Luigi Di Maio; si è astenuto il deputato FdI, Edmondo Cirielli. Come emerso nello scorso ufficio di presidenza, infatti, la commissione presieduta da Luciano Calamaro non ha potuto certificare i rendiconti dei partiti per il 2013, lamentando mancanza di dotazioni, soprattutto organiche.

La decisione dell’ufficio di presidenza, presa sulla base della relazione Melilla, è stata quella dunque di non erogare la trance di contributi pubblici e di attendere che il Parlamento approvi una nuova legge che aumenti le dotazioni organiche della commissione.

“Non esistono le condizioni sufficienti – si legge nella relazione Melilla – nemmeno per erogare una parte della rata dei contributi pubblici 2015 prima che la Commissione abbia espresso il suo giudizio sui rendiconti del 2013 e nel caso abbia comminato le prime sanzioni”.

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