Fine vita, adottato il testo base: contenuti, tempi e polemiche

0

di Marta Borghese

ROMA (Public Policy) – L’8 luglio alle 11 ci sarà il termine per la presentazione degli emendamenti, ma parte anche la discussione generale”.

Lo ha detto il senatore Ignazio Zullo (FdI), all’esito della seduta congiunta delle commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato, che ha adottato a maggioranza il testo base sul fine vita, presentato martedì sera dai relatori in comitato ristretto.

“Il Governo plaude al dato che si discute di un tema così delicato e rilevante. C’è un testo base equilibrato, che è sempre un testo base, quindi emendabile nel dibattito parlamentare com’è giusto che sia, perciò si chiama testo base”, ha commentato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI) al termine della seduta congiunta.

“Soprattutto – ha aggiunto – si seguono le indicazioni della Corte costituzionale che, abbiamo detto, non è certamente una gabbia di ferro, ma è uno stimolo importante e il Parlamento, ovviamente nella libertà delle sue decisioni, deve prendere le mosse da degli stimoli per poter legiferare. Mi sembra un dibattito interessante e costruttivo che porterà finalmente alla soluzione di un problema che è nel cuore di tutti. Un problema grave per quanto riguarda il nostro Paese e che sta per essere risolto con un approfondito dibattito parlamentare”.

IL TESTO

Quattro articoli e nessun riferimento al suicidio medicalmente assistito neppure nel titolo.

Il testo sul fine vita depositato martedì sera nel comitato ristretto dai relatori Pierantonio Zanettin (FI, per la commissione Giustizia) e Ignazio Zullo (FdI, per la Affari sociali) reca “disposizioni esecutive della sentenza della Corte costituzionale del 22 novembre 2019, n. 242”. E, d’altronde, “è una scriminante, non sancisce un percorso di diritto”, perché la maggioranza ha stabilito “che, come ha detto la Corte, si scrimina chi”, in determinate situazioni, “aiuta a suicidarsi”, ha spiegato, all’esito della seduta, il senatore Zanettin, parlando di un testo “frutto di una mediazione, credo non al ribasso”.

Un testo su cui, obtorto collo anche da parte di diversi esponenti di maggioranza, soprattutto di area forzista e leghista, si sarebbe trovata una prima quadra tra le forze di centrodestra, ma che invece pare assottigliare i margini di dialogo con le opposizioni.

Il primo articolo del testo reca “inviolabilità e indisponibilità della vita”. Si legge che “il diritto alla vita è diritto fondamentale della persona in quanto presupposto di tutti i diritti riconosciuti dall’ordinamento. La Repubblica assicura la tutela della vita di ogni persona, senza distinzioni in relazione all’età o alle condizioni di salute o ad ogni altra condizione personale e sociale”.

Salta, dunque, il riferimento della tutela “dal concepimento alla morte” su cui la volta scorsa era arrivato lo stop delle opposizioni, ma anche di vari senatori di maggioranza, che ne avevano dato un’interpretazione antiabortista.

continua – in abbonamento

@BorgheseMarta

(foto cc Palazzo Chigi)