ROMA (Public Policy)- Sull’ultima sentenza della Corte costituzionale sul Fine vita “sono perplesso per due ordini di fattori. Il primo è che nessuno, a oggi, ha dichiarato incostituzionale la legge 833 del 1978″ , istitutiva del Servizio sanitario nazionale, “nella parte in cui non prevede l’erogazione di queste prestazioni. Il secondo è che tutto l’impianto legislativo del Ssn si fonda sulla garanzia dei Lea“, i Livelli essenziali di assistenza, “tra i quali questo tipo di prestazione non è annoverata”.
Così, il senatore Ignazio Zullo, relatore FdI del provvedimento sul fine vita nelle commissioni Giustizia e Affari sociali di Palazzo Madama, commenta a Public Policy l’ultima sentenza della Consulta, che, pronunciandosi sul caso di una paziente non in condizione di autosomministrarsi il farmaco letale, non si è espressa nel merito dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente) ma ha sostanzialemente invitato Asl e Ssn a tentare il reperimento di macchinari per l’autosomministrazione, attivabili anche con l’occhio e con il respiro, di cui aveva parlato in audizione anche l’ex presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato.
In area FdI, dunque, si punterebbe al momento a mantenere l’esclusione del Ssn dal punto di vista della strumentazione, e sarebbe proprio questa una delle questioni da sciogliere da parte dei due relatori, oltre a Zullo Pierantonio Zanettin (FI).
Lunedì 4 agosto, in 2a e 10a Senato, nel rispetto del calendario dei lavori condiviso tra i gruppi parlamentari, si è conclusa l’illustrazione dei 143 emendamenti depositati da tutti i partiti tranne la Lega: l’iter proseguirà a settembre, per quando sono attesi gli interventi emendativi proprio dei relatori. L’obiettivo, dal punto di vista delle tempistiche, sarebbe arrivare a una norma prima del pronunciamento della Consulta sulla legge della Regione Toscana impugnata dal Governo, su cui l’udienza dovrebbe essere fissata a novembre.
In area forzista, secondo quanto si apprende, si cercherebbe invece di dar vita a un testo che tenga conto dell’ultima sentenza della Corte, anche per evitare rischi di immediate impugnazioni successive.
“Non sono io che determino la legge, io relaziono al Senato, ma il Parlamento è sovrano e legifererà come ritiene, potrà tenerne conto o no. Essendoci del tempo, rifletteremo sui punti che possono avvicinarci”, chiude Zullo. (Public Policy) MAR