di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Irpef ridotto per i redditi medi (quelli tra i 28mila e i 55mila euro), aliquota delle rendite finanziarie ridotta di tre punti, dunque al 23%, superare l’Irap. Questi alcuni dei punti contenuti nella bozza di documento finale sulla riforma fiscale predisposta dai presidenti delle commissioni Finanze di Camera e Senato e distribuita a deputati e senatori mercoledì sera nel corso della seduta delle due commissioni.
Diversi i nodi aperti, tra cui quello del regime forfettario delle partite Iva, che nella bozza c’è ma potrebbe sparire, perché non tutte le forze di maggioranza sono d’accordo. D’altronde la differenza di vedute tra i due poli opposti della compagine di Governo (si pensi a Lega e Leu) sono su alcuni punti inconciliabili.
Per questo, secondo quanto si apprende, entro lunedì i gruppi sono chiamati a inviare ai presidenti delle due commissioni, Luigi Marattin (Iv) e Luciano D’Alfonso (Pd) entro lunedì prossimo, le proprie osservazioni sulla bozza di documento, così che i due presidenti possano lavorare alle modifiche tra lunedì e martedì e portare un documento finale al voto delle due commissioni mercoledì 30 giugno.
Vediamo ora nel dettaglio tutte le proposte contenute in questa prima bozza di documento finale di riforma delle due commissioni Finanze, di cui Public Policy ha preso visione:
SISTEMA IMPOSITIVO DUALE
Nel documento le commissioni “concordano che il sistema di imposizione sul reddito dovrebbe evolvere verso un modello tendenzialmente duale, in cui il livello delle aliquote sui redditi da capitale (nonché degli regimi sostitutivi cedolari) sia sufficientemente prossimo all’aliquota applicata al primo scaglione Irpef. Tale impostazione non pregiudica, ex-ante, i regimi cedolari la cui aliquota sia attualmente inferiore al livello della prima aliquota Irpef nel nuovo regime, in quanto sono possibili interventi perequativi in relazione alla determinazione della base imponibile tali per cui l’imposta netta rimane costante”.
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@VioC