Giustizia, Bernardini: per Morani (Pd) rieducativi trattamenti inumani

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ROMA – (Public Policy) – “La neo-nominata da Matteo Renzi responsabile Giustizia del Pd spiega ai giornali che amnistia e indulto non risolvono il problema del sovraffollamento carcerario e creano nei cittadini l’idea che non esistono pene certe e fanno venire meno la funzione fondamentale del carcere, cioè la rieducazione. Per Alessia Morani, evidentemente, la ‘rieducazione‘ consiste nei trattamenti inumani e degradanti che, attualmente e da anni, vengono praticati nelle nostre carceri”. Lo dice in una nota Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali italiani.

“Non deve essersi letta – incalza la Bernardini – né il messaggio del presidente della Repubblica alle Camere né quanto affermato dalla Corte costituzionale in una recente sentenza: di fronte a tali trattamenti (che secondo l’art. 3 della Cedu vanno sotto il nome di ‘tortura’) c’è l’obbligo di intervenire per rimuoverli. Lo dice anche la sentenza Torreggiani della Corte Edu, che impone all’Italia di rimuovere questo stato di flagrante illegalità entro il prossimo 28 maggio”. “Figuriamoci poi – continua – se Alessia Morani si sia presa la briga di documentarsi sulle condanne trentennali della stessa Corte di Strasburgo inflitte all’Italia per l'”irragionevole durata dei processi”, violazione cronica che secondo il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa mette in pericolo lo ‘stato di diritto’ nel nostro Paese. D’altra parte, cosa pretendere da una responsabile ‘giustizia’ che nel suo mandato si è limitata a co-firmare atti parlamentari (disegni di legge, interrogazioni, ordini del giorno e mozioni) nessuno dei quali riguardanti il carcere o la giustizia?”.

“Il giorno di Natale – conclude Bernardini – marceremo ‘per l’amnistia, la giustizia e la libertà, con Don Antonio Mazzi e tanti altri, da San Pietro a Palazzo Chigi, per rispondere ad un ‘imperativo categorico morale’ – come ha definito l’amnistia la Guardasigilli Cancellieri – e per rispettare la Costituzione italiana, la più ‘bella del mondo’ e la più violata nei suoi princìpi fondamentali”. (Public Policy)

VIC