Guerra, Governo e partiti: M5s ancora senza capo (né coda)

0

di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Il Paese è comprensibilmente in tutt’altre faccende affaccendato, c’è una guerra a duemila chilometri dall’Italia, ma alcune vicende nostrane proseguono nella normalità politica. Una riguarda il rapporto interno alle forze politiche della maggioranza. Si ha sempre l’impressione che il Governo sia già finito da tempo, da prima della rielezione di Sergio Mattarella, e che prosegua nell’inerzia dell’anno pre-elettorale. A dimostrarlo ci sono le liti e le frizioni fra i partiti, nonché le difficoltà interne alle coalizioni.

Prendiamo il caso del M5s, un partito che è rimasto senza capo (né coda). Proprio oggi il Tribunale di Napoli ha rigettato l’istanza avanzata dal Movimento per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello statuto e della nomina del presidente dei 5 stelle. Per i giudici civili napoletani, “non sussistono i presupposti per la chiesta revoca” anche perché “nell’avviso di convocazione dell’assemblea del 17 luglio 2021…” , “…erano stati ammessi al voto solo gli iscritti da oltre sei mesi; inoltre, nel verbale di udienza del 2 febbraio 2022 (innanzi al Collegio, in sede di reclamo), i ricorrenti contestavano ancora che l’avviso di convocazione dell’assemblea faceva riferimento ad un regolamento che doveva esser ritenuto inesistente”. Insomma, Conte ha bisogno di un buon avvocato non del popolo. Uno, possibilmente, che non sia Lorenzo Borrè, l’avvocato che ha fatto annullare la nomina di Conte presidente del M5s e che, armi del diritto alla mano, sta creando non pochi problemi al partito di Beppe Grillo.

Questa vicenda giudiziaria va a inserirsi in un contesto politico di strutturale difficoltà del populismo grillino, che pure nel 2018 – solo quattro anni fa – aveva trionfato, superando il 32 per cento. La frantumazione del M5s è dunque in atto? “Il processo era già avviato da tempo”, ha detto il politologo Marco Tarchi. “Snaturandosi in modo così evidente e rapido, il Movimento non poteva non deflagrare. Per adesso è tenuto insieme dalla speranza dei suoi singoli esponenti di riuscire comunque a rimettere piede in Parlamento fra un anno”. Rimane sempre da chiedersi – complice anche la rielezione di Mattarella – se la politica non abbia vinto sull’antipolitica.

Tuttavia, ha detto ancora Tarchi, “una situazione di questo genere, una volta sfumato il clima di emergenza degli ultimi due anni, non potrà che ridare fiato agli umori antipolitici. Tradita da quanti avevano promesso di farsene interpreti all’interno delle istituzioni – Lega e M5s –, la protesta troverà altri canali, anche per effetto delle difficoltà economiche già in atto, aumento dei costi energetici e inflazione in primis”. Tutte difficoltà che con la guerra appena scoppiata in Ucraina si faranno sentire sempre di più. (Public Policy)

@davidallegranti