di Marta Borghese
ROMA (Public Policy) – Con 109 voti favorevoli, 69 contrari e 1 astenuto, l’assemblea di Palazzo Madama ha dato mercoledì il via libera definitivo al dl Sicurezza, su cui il Governo aveva posto la questione di fiducia, come già nell’aula della Camera.
Il testo, approvato dal Cdm il 4 aprile scorso e poi licenziato giovedì scorso dall’aula di Montecitorio senza modifiche, è rimasto in Senato poche ore. Incardinato martedì alle 13.30 nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, è approdato in aula alle 17 senza mandato ai relatori. In serata, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Mercoledì mattina, intanto, la seduta si è aperta con “l’occupazione” dell’emiciclo davanti alla presidenza da parte degli esponenti di Pd, Avs e M5s. Senatori e senatrici si sono seduti per terra, dando le spalle ai banchi del Governo, gridando “vergogna” ed esponendo cartelli con su scritto “Denunciateci tutti”. Proteste in aula anche durante le dichiarazioni di voto di FdI.
Le legge di conversione è stata infine pubblicata in Gazzetta ufficiale il 9 giugno, per entrare poi in vigore il giorno successivo, martedì 10 giugno.
L’ASSORBIMENTO DEL PRECEDENTE DDL
Il decreto assorbe il precedente ddl, finito su un binario morto al Senato dopo oltre un anno di esame parlamentare, a un passo dal voto a Palazzo Madama e dopo l’ok della Camera ottenuto nel settembre scorso. Alla luce della necessità di correggere alcune coperture finanziarie erroneamente previste per il 2024, infatti, il ddl avrebbe avuto bisogno di una terza lettura alla Camera. Così, per motivazioni “di necessità e urgenza”, il Governo ha proceduto all’emanazione del decreto che lo ha assorbito.
Proprio sulla questione di metodo, il segretario di +Europa Riccardo Magi ha presentato ricorso sul conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dinnanzi alla Corte costituzionale, che si esprimerà ad ottobre.
IL ‘RAFFORZAMENTO’ DEI SERVIZI
È rimasta – con una significativa revisione – la norma sul potenziamento dei servizi segreti. Nel passaggio dal precedente ddl al dl è scomparso il riferimento all’obbligatorietà della collaborazione da parte delle Pa, che rimane invece una “facoltà”. Resta, invece, la scriminante per “la direzione e l’organizzazione” – da parte dei servizi – di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico.
OCCUPAZIONE ABUSIVA IMMOBILI: REATI E SGOMBERI ACCELERATI
Tra le novità in materia di sicurezza urbana, l’introduzione del nuovo reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, con la procedura accelerata di sgombero che, secondo quanto annunciato dalla presidente del Consiglio, ha trovato le prime applicazioni proprio in questi giorni. La norma stabilisce che sia punibile anche chi, al di là del concorso, cooperi all’occupazione (questione al centro del dibattito in commissione). Lega e FdI avevano chiesto a Montecitorio, con emendamenti poi ritirati e con odg, che si valutasse l’estensione degli sgomberi-lampo a tutti i tipi di immobile. Il nuovo reato è procedibile a querela, ma diventa perseguibile d’ufficio se perpetrato ai danni di incapaci per infermità o età.
FINO A DUE ANNI DI RECLUSIONE PER BLOCCHI STRADALI E FERROVIARI
Con il dl licenziato dal Parlamento, diventa illecito penale il blocco stradale o ferroviario attuato anche attraverso il proprio corpo. La misura – che per le opposizioni rischia di colpire soprattutto i movimenti giovanili e gli attivisti per il clima – prevede la reclusione fino a un mese e la multa fino a 300 euro. Se il fatto verrà commesso da più persone riunite, tuttavia, verrà applicata l’aggravante con cui la reclusione potrà estendersi da 6 mesi a 2 anni. Lo stesso dl introduce inoltre la tutela rafforzata dei beni mobili e immobili adibiti all’esercizio di pubbliche funzioni, con l’inasprimento delle sanzioni in caso di deturpamento.