di Marta Borghese
ROMA (Public Policy) – “Martedì prossimo ci sarà una nuova seduta del comitato ristretto sul Fine vita e probabilmente potrebbe essere la penultima”. Lo ha detto a Public Policy, all’esito dell’Ufficio di presidenza in commissione Affari sociali del Senato, Francesco Zaffini (FdI), riconfermato martedì presidente della 10a.
La seduta di martedì prossimo, secondo quanto si apprende, dovrebbe servire a sciogliere i due grandi nodi, sulla disponibilità delle cure palliative e sul ruolo del Servizio sanitario nazionale. Zaffini martedì ha partecipato all’incontro convocato a Palazzo Chigi sul Fine vita, che ha definito “molto produttivo”.
Ora il calendario prevedrebbe ancora due sedute di comitato: la prima – come detto – il prossimo martedì (17 giugno), in cui la maggioranza potrebbe presentarsi con un testo condiviso; la seconda la settimana successiva, per licenziare il testo per le commissioni.
C’è il rischio, tuttavia, che con l’aula fissata al 17 luglio il testo possa approdarvi senza mandato ai relatori: “Faccio appello al senso di responsabilità di tutti per evitare che questo avvenga”, conclude l’esponente di Fratelli d’Italia.
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Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, nella riunione di maggioranza convocata a Palazzo Chigi – alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, dei ministri Carlo Nordio ed Eugenia Roccella e di alcuni esponenti dei gruppi parlamentari di maggioranza, tra cui il leader di Nm Maurizio Lupi – sono stati affrontati entrambi i temi più delicati relativi al ddl Fine vita, cioè la disponibilità delle cure palliative e il ruolo del coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale.
Ora il confronto starebbe procedendo e non pare, al momento, esserci convergenza sull’ipotesi del coinvolgimento di un giudice tutelare che, caso per caso, possa disporre al Sistema sanitario nazionale l’erogazione di un trattamento di fine vita, come invece era stato ventilato da uno dei relatori nell’ultima riunione del comitato ristretto a Palazzo Madama.
Si rafforza, invece, l’ipotesi di dar vita a un Comitato etico nazionale, composto da membri nominati con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Il testo base che il centrodestra proporrà dovrebbe prevedere, secondo quanto si apprende, la creazione del Comitato, attribuendo al dpcm la nomina dei membri.