IL GIORNO DELLE RIFORME

0

IL GIORNO DELLE RIFORME

Oggi è il giorno delle riforme. O meglio, delle mozioni
di maggioranza e opposizione per indicare la strada che
il Parlamento dovrà seguire per fare in modo che non si
ripetano gli errori del passato, Porcellum innanzitutto.

TUTTI I LANCI DI PUBLIC POLICY

RIFORME, LETTA: COINVOLGERE I CITTADINI E LA RETE NELLA MODIFICA COSTITUZIONE
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “I cittadini, i territori e
la rete vengano coinvolti in questa modifica della
Costituzione. Venga chiesto anche a loro cosa ne pensano
della riforma della Carta costituzionale che il Parlamento
si appresta a iniziare”.

Lo dice il premier Enrico Letta in aula alla Camera
replicando al dibattito di stamani sulle mozioni relative
all’avvio del percorso delle riforme costituzionali.

“I cittadini – aggiunge Letta – devono essere coinvolti in
questo percorso. 18 mesi è il tempo che il Governo si è dato
per fare la riforma delle istituzioni, ma per riuscirci
serve un impegno politico. I cittadini si sono sentiti
troppe volte raccontare che il Parlamento riformava la
Costituzione, troppe bicamerali, troppe promesse non
mantenute”.

LEGGE ELETTORALE, GIACHETTI NON RITIRA MOZIONE. PD VOTERÀ CONTRO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Il deputato del Pd Roberto
Giachetti, come preannunciato, non ritirerà la sua mozione
per il ritorno al Mattarellum. L’esponente ‘democrat’ lo ha
confermato al termine dell’assemblea del gruppo alla Camera.
“Non è contro il partito – ha spiegato – ma trasversale,
l’hanno firmata in 100, e non tutti appartengono al Pd”. Il
capogruppo democratico alla Camera, Roberto Speranza, a sua
volta ha ribadito a Giachetti il voto contrario del Pd in
aula sulla sua mozione.

RIFORME, AL SENATO OK A MOZIONE DELLA MAGGIORANZA: 224 SÌ E 61 NO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – La mozione sulle riforme a
prima firma Luigi Zanda (Pd), e appoggiata dall’intera
maggioranza, che ha avuto parere favorevole dal Governo
Letta, è stata approvata dall’aula del Senato con 224 voti
favorevoli e 61 contrari.

RIFORME, OK A MOZIONE CALDEROLI: 224 SÌ E 59 CONTRARI
(Public Policy) – Roma, 29 mag – L’Aula del Senato ha votato
favorevolmente alla mozione della Lega Nord, a firma Roberto
Calderoli, sulle riforme: 224 sì e 59 contrari.

COSA PREVEDE
Non un Comitato dei 40 fatto solo di deputati e senatori
(come vuole la maggioranza) bensì una “Convenzione” “o
comitato, o commissione, chiamatela come vi pare” per usare
le parole di Roberto Calderoli, composta anche da esperti
non parlamentari, che prepari da subito un ventaglio di
riforme costituzionali necessarie, da sottoporre poi al
Parlamento.

La Lega chiede poi di “superare il bicameralismo paritario”
affidando “ad una sola Camera il compito di conferire o
revocare la fiducia al Governo” e istituendo “una seconda
Camera – il Senato delle Regioni e delle Autonomie – con
competenze differenziate e con l’obiettivo di realizzare
compiutamente l’integrazione dello Stato centrale con le
autonomie, anche sulla base di una chiara ripartizione delle
competenze tra livelli di Governo con il perfezionamento
della riforma del Titolo V”.

Infine la Lega chiede, ed è il punto in cui la mozione si
differenzia dalle altre presentate, di “chiudere rapidamente
la partita del federalismo fiscale rivedendo il rapporto
fiscale tra centro e periferia, salvaguardando la centralità
dei territori delle regioni” e di ragionare sull'”eventuale
riorganizzazione delle Regioni e dei rapporti tra loro”.

RIFORME, ZANDA (PD): DA CRISI ISTITUZIONALE E ECONOMICA SPINTA AL CAMBIAMENTO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – La simultaneità tra crisi
economica e crisi istituzionale è “il punto in comune” tra
il contesto attuale e quello dell’immediato dopoguerra,
quando “le forze antifasciste che si accinsero a rimettere
in piedi l’Italia, capirono che l’opera di ricostruzione non
avrebbe dato buoni frutti se non accompagnata dal progetto
politico che vararono con la Costituzione e una Pubblica
amministrazione rinnovata”. Lo ha dichiarato, in Aula al
Senato, il capogruppo del Pd Luigi Zanda, nel corso delle
dichiarazioni di voto in merito alle mozioni relative
all’avvio del percorso delle riforme costituzionali.

La razionalizzazione del sistema parlamentare, e del
rapporto col governo, per Zanda, è una priorità nell’agenda
delle riforme. Ma ci sono, per il parlamentare Pd altre
esigenze: margini più ampi di autonomia agli enti
territoriali, a fronte di una loro responsabilizzaizone nei
conti pubblici; superamento del bicameralismo paritario e
riduzione della rappresentanza parlamentare. “Da queste
misure – dice Zanda – passa la spinta volta a riavviare il
percorso delle riforme”.

Oggi può aprirsi uno spazio politico nuovo per le riforme
istituzionali e costituzionali, che per il Pd, dice Zanda
“deve ricomprendere la maggioranza di governo, ma anche le
forze di opposizione”.

La riforma della legge elettorale, in questo contesto sarà
per Zanda “un passaggio fondamentale, anche per la stessa
tenuta dell’intero processo. È naturale la stretta
connessione tra la legge elettorale e la nuova forma che
assumeranno Camera e Senato”.

RIFORME, SCHIFANI (PDL): LEGGE ELETTORALE DOPO RIFORMA BICAMERALISMO PERFETTO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Non esiste con un sistema
bicamerale perfetto, una legge elettorale perfetta. È un
principio assiomatico. Nel caso in cui, per fare un esempio,
si fosse varato l’accordo sulla riforma elettorale nella
precedente legislatura, ci saremmo trovati due maggioranze
diverse, una alla Camera e una al Senato.

Per dire: dobbiamo stare molto attenti sulle puntualizzazioni
alla modifica alla legge elettorale ancor prima della modifica
della forma di governo”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pdl
al Senato Renato Schifani, intervenendo in Aula durante le
dichiarazionidi voto sulle mozioni relative all’avvio del
percorso delle riforme costituzionali.

“C’è in gioco la credibilità delle istituzioni”, ha detto
Schifani. “L’antipolitica, fomentata da scandali ma anche da
certa comunicazione, mette a dura prova le nostre
istituzioni”. E tuttavia, ha ribadito il parlamentare Pdl,
“il percorso delle riforme non è mai fallito per colpa dei
singoli parlamentari, ma della politica che non ha mai
trovato i momenti condivisi”.

Nella mozione, ha sottolineato il presidente del gruppo del
Pdl, si è tracciata “una bicameralina”, che lavorerà in uno
spirito di collaborazione per mettere a frutto decenni di
dibattito e lavoro parlamentare.

Si è lavorato tanto, e uniti dall’ausilio degli esperti
nominati dal Governo, credo che si potrà fare bene e presto.
“Stiamo dando un segnale serio e condiviso, e ci auguriamo
che chi non condividerà possa dare un contributo”.

RIFORME, CRIMI (M5S): PERDIAMO TEMPO, PENSIAMO A CRISI SOCIALE E PMI
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Come M5s riteniamo che le
mozioni siano in sè irricevibili, perchè ci viene il
sospetto che il ddl sia già stato scritto dal Governo e che
il passaggio parlamentare sia solo una formalità. Ci stiamo
avvitando su discorsi su riforme costituzionali di varia
natura mentre ben più tempo dovremmo passare su temi vicini
ai cittadini: reddito di cittadinanza e sostegno alle Pmi,
innanzitutto”. Lo dice nel corso delle dichiarazioni di voto
a Palazzo Madama, in merito alle mozioni relative all’avvio
del percorso delle riforme costituzionali, il capogruppo del
Movimento 5 stelle Vito Crimi.

“Chiederemo un voto per parti separate delle varie mozioni,
per permetterci di votare parti di altre mozioni che
condividiamo”, dice ancora Crimi. “Ci auguriamo comunque di
superare presto questa fase di dibattito sterile e parlare
presto di questioni molto più urgenti”.

RIFORME, SUSTA (SC): CI AUGURIAMO NON SIA LITURGIA SENZA SOSTANZA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “L’astensionismo è un grido
silenzioso alla politica perchè diventi di nuovo un luogo di
rappresentanza e sintesi di interessi particolari nonchè
generali e comuni. Ci auguriamo di non aver fatto una
liturgia senza sostanza, non siamo numericamente
determinanti come Scelta civica, ma sentiamo ancor di più il
dovere che incombe su di noi partecipando a questo governo e
la libertà di starci dentro fin quando avrà senso starci per
una forza riformatrice come la nostra”.

Lo dice nel corso delle dichiarazioni di voto a Palazzo
Madama, in merito alle mozioni relative all’avvio del
percorso delle riforme costituzionali, il capogruppo di
Scelta civica Gianluca Susta.

RIFORME, CALDEROLI: NECESSARIE COME L’OSSIGENO PER LA VITA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Quanto è costato avere un
Parlamento che gioca a ping pong tra una Camera e l’altra
con le leggi? Il Parlamento non conta più niente ed esprime
solo fiducie indigeste che hanno portato ulcere a deputati e
senatori e danni al Paese”. Lo dice nel corso delle
dichiarazioni di voto a Palazzo Madama, in merito alle
mozioni relative all’avvio del percorso delle riforme
costituzionali, il capogruppo della Lega Roberto Calderoli.

“Oggi non siamo dei pazzi a parlare di riforme
costituzionali quando riforme urgenti sembrerebbero essere
altre. Certo, se noi non riformiamo oltre a noi stessi anche
uno Stato che rappresenta lui stesso una palla al piede che
sta affondando il Paese. Le riforme sono necessarie come
l’ossigeno per la vita. Se ci si mette a giocare con le
riforme, noi faremo opposizione durissima”.

RIFORME, DE PETRIS (SEL): PRIMA COSA CAMBIARE IL PORCELLUM
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Per noi è necessario
innanzitutto cambiare la legge elettorale: aver inserito la
riforma della legge elettorale in un testo sulle riforme
costituzionali è una scelta sbagliata”. Lo dice nel corso
delle dichiarazioni di voto a Palazzo Madama, in merito alle
mozioni relative all’avvio del percorso delle riforme
costituzionali, la capogruppo Sel (gruppo Misto) Loredana De
Petris.

RIFORME, LETTA: VOGLIAMO COINVOLGERE LE OPPOSIZIONI, STUPITI DA SCELTE DI SEL
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Oggi è un momento di
svolta che non vogliamo mancare. Ruolo del Governo è solo
una parte piccola di questo percorso, la nostra volontà – e
lo dico alle opposizioni – è che questo sia un percorso che
coinvolga tutti, perchè tutti siamo stati toccati
dall’astensionismo”. Lo dice il premier Enrico Letta in aula
al Senato replicando al dibattito di stamani sulle mozioni
relative all’avvio del percorso delle riforme costituzionali.

“Quando solo un cittadino su due va a votare nessuno può
tirarsi fuori”, aggiunge e conclude Letta dando i pareri
sulle mozioni: “Mozione Calderoli (Lega) parere favorevole;
mozione Zeller (Autonomie) parere favorevole; Mussini (M5s)
parere contrario; mozione Zanda (Pd) e altri è favorevole se
vengono ritirati gli emendamenti; parere contrario sull’odg
Crimi (M5s), su quello Nencini (Psi, eletto nelle fila del
Pd; Ndr), su quello Barani (Gal); per quanto riguarda Sel –
dice Letta – confesso di essere stupito e di apprendere con
rammarico che la scelta sarà quella di votare contro la
mozione di maggioranza. Questo non può che portarmi a
ritenere che noi non potremo dare parere favorevole alla
mozione di Sinistra ecologia libertà”.

RIFORME, LETTA: IL PARLAMENTO SARÀ CENTRALE, STAVOLTA NON POSSIAMO SCHERZARE
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Oggi arriviamo qui con uno
schema che dà centralità al Parlamento nella creazione del
comitato dei 40 parlamentari che saranno il motore del
processo riformatore in una logica in cui verrà rafforzata
la centralità delle Camere”. Lo dice il premier Enrico Letta
in aula al Senato replicando al dibattito di stamani sulle
mozioni relative all’avvio del percorso delle riforme
costituzionali.

“In una commissione di esperti il Governo metterà il meglio
delle conoscenze giuridiche di questo Paese come supporto ma
senza esautorare il Parlamento. – aggiunge Letta – Alla fine
il referendum, cioè i cittadini, si esprimeranno su questa
scelta così importante: un punto di fiducia e recupero di
fiducia tra istituzioni e cittadini che è assolutamente
fondamentale”.

“Tutti ci rendiamo conto del fatto che non si può scherzare
questa volta. – dice ancora – La legge elettorale sarà parte
fondamentale di questo processo di riforma. Dobbiamo
approvarla insieme, con una larga condivisione; non possiamo
permetterci di arrivare al termine di questo percorso con
contrapposizioni che finirebbero per sporcare e rendere non
efficace questo lavoro che dobbiamo fare”.

COSTITUZIONE, LETTA: ADEGUARE SECONDA PARTE PER DARE PIÙ FORZA ALLA PRIMA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “L’adeguamento della
seconda parte della Costituzione serve per dare più forza ai
principi della prima parte che consideriamo il centro della
nostra vita comune”. Lo dice il premier Enrico Letta in aula
al Senato replicando al dibattito di stamani sulle mozioni
relative all’avvio del percorso delle riforme
costituzionali.

RIFORME, LETTA: VIVIAMO IN UN PAESE CON ISTITUZIONI INCAPACI DI DECIDERE
“18 MESI È UN TEMPO GIUSTO PER APPROVARE UNA RIFORMA COSTITUZIONALE”
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Noi non abbiamo
istituzioni che rendono l’Italia un Paese capace di decidere
coinvolgendo democraticamente tutti”. Lo dice il premier
Enrico Letta in aula al Senato replicando al dibattito di
stamani sulle mozioni relative all’avvio del percorso delle
riforme costituzionali.

“È molto importante – aggiunge – che ci sia con chiarezza
il senso dell’urgenza e del tempo nel quale dobbiamo
assumerci queste decisioni. Oggi non può iniziare un
percorso dai tempi indefiniti che dà l’idea che siamo punto
e daccapo. I 18 mesi che sono contenuti dentro il testo
della risoluzione di maggioranza è un tempo giusto, ma non
si può andare oltre”.

RIFORME, LETTA: ASTENSIONISMO È SEGNALE INEQUIVOCO, RISPONDERE SUBITO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “La bassa partecipazione
dei cittadini al voto per le comunali è un grosso segnale
d’allarme. Dobbiamo porci tutti il problema di cosa questo
significhi. Non possiamo non partire da qui per la
riflessione di cornice di quello che stiamo facendo qui
oggi”. Lo dice il premier Enrico Letta in aula al Senato
replicando al dibattito di stamani sulle mozioni relative
all’avvio del percorso delle riforme costituzionali.

“È qualcosa di più di un dovere – aggiunge – perchè il
segnale degli italiani è inequivoco, oggi abbiamo una
occasione che dobbiamo cogliere fino in fondo. Questo
Governo è nato con tre grandi obiettivi: cambiare la linea
europea; crescita e lavoro; riforma della politica”.

RIFORME, LETTA: OGGI SIAMO CHIAMATI A DARE SEGUITO ALLE PAROLE DI NAPOLITANO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Un mese fa Giorgio
Napolitano ci parlava della necessità non rinviabile di
renderci conto che la crisi della politica è arrivata a tal
punto che non possiamo fare finta di niente, facendo finta
di litigare per poi non combinare nulla. Parole che
ritornano nella nostra memoria. Oggi siamo chiamati, un mese
dopo, a dare immediato seguito a un impegno che tutti
insieme ci siamo presi”. Lo dice il premier Enrico Letta in
aula al Senato replicando al dibattito di stamani sulle
mozioni relative all’avvio del percorso delle riforme
costituzionali.

LEGGE ELETTORALE, PD IN FIBRILLAZIONE SU MOZIONE GIACHETTI
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Parlare di intempestività
e prepotenza mi pare eccessivo. Abbiamo un problema di
mettere in sicurezza il Paese, i cittadini e la politica
rispetto ad una pessima legge elettorale, che è il
Porcellum”. Non sono piaciuti al pd Ermete Realacci i
giudizi della senatrice e collega di partito Anna
Finocchiaro, sulla mozione presentata alla Camera da Roberto
Giachetti, che chiede il ritorno al Mattarellum.

“La messa in sicurezza è tornare ai collegi con il
Mattarellum, poi c’è un disegno più ambizioso che io
condivido di collegare la legge elettorale anche a riforme
più estese di carattere istituzionale” spiega ancora
Realacci che osserva come Giachetti porti avanti “questa
battaglia dalla passata legislatura”, con tanto di sciopero
della fame.

Realacci e Paolo Gentiloni, entrambi vicini a Matteo Renzi,
fermati in Transatlantico confermano: “Se Giachetti non la
ritira, noi la mozione che abbiamo firmato, la votiamo”.
Non si sbilancia un altro pd, Giuseppe Fioroni: “Io sono da
sempre per le preferenze”, dice, ma “nessuna maretta”.

Alle 16,30 è convocata l’assemblea del gruppo parlamentare,
mentre prosegue dai vertici democrat il pressing su
Giachetti, perché faccia un passo indietro. L’ala più
filogovernativa del Pd è in fibrillazione. Il diretto
interessato respinge le accuse e insiste “nessuna marcia
indietro”.

11 deputati dei 100, che avevano firmato la mozione
Giachetti, decidono di ritirare la sigla in calce. Alle 18
le repliche del premier Enrico Letta, in coda al dibattito
sulle riforme costituzionali, in corso da stamani, quindi le
dichiarazioni di voto sulle 5 mozioni. Ma la “patata
bollente” ora è tutta in casa pd.

RIFORME, LO MORO (PD): NO A SOLUZIONI MINIMALISTE PER LEGGE ELETTORALE
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Nella mozione c’è poco
sulla legge elettorale, anche perché si tratta di un nodo
ancora da sciogliere. Ma io credo che il presidente della
Repubblica non vada invocato come ci piace, ed è stato
proprio lui a parlare della necessità di modificare
l’attuale legge elettorale, così come è stato il premier
Letta a parlare, in quest’aula, di abrogazione del
Porcellum.

Oggi la strada da costruire diviene responsabilità del Parlamento.
Noi abbiamo la responsabilità di far sì che non si torni a votare
col Porcellum e anche di non operare per soluzioni minimaliste,
ma di considerare le alternative possibili, a partire dal ritorno
al Mattarellum”. Lo ha detto la senatrice Doris Lo Moro,
capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali.

“Sembrano passati anni luce – ha sottolineato la senatrice
Lo Moro – da quando il Parlamento ha dovuto prendere atto
della situazione di stallo in cui versava, invece sono
passati meno di due mesi dal lavoro dei saggi e meno di un
mese dall’insediamento del Governo. L’ascolto ha prodotto
una proposta, contenuta nella mozione di maggioranza, che
sposta grande responsabilità sul Parlamento in merito al
percorso riforma. Non c’è dubbio, infatti, che sia una
grande responsabilità modificare la procedura prevista
dall’invocatissimo articolo 138, che pure ha consentito ben
3 bicamerali e moltissimi altri interventi di riforma, una
grande responsabilità assunta proprio per garantire il
pacchetto di riforme necessarie. Si tratta di una grande
responsabilità, anche perché 18 mesi potrebbero non essere
sufficienti e questa volta il Paese non capirebbe”.

RIFORME, MARCUCCI (PD) A FINOCCHIARO: RISPETTO PER I COLLEGHI DI PARTITO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Non giudicherei mai
prepotente una iniziativa politica assunta da 100 deputati,
molti dei quali peraltro dello stesso partito. Ci vuole
rispetto per le posizioni prese nell’altro ramo del
Parlamento. La mozione presentata dal vicepresidente della
Camera Roberto Giachetti rappresenta una modalità concreta
per abrogare il Porcellum. Credo sia un obiettivo del Pd, è
comunque un’esigenza avvertita da tutto il Paese”.

Così il senatore Andrea Marcucci (Pd), presidente della commissione
Cultura a Palazzo Madama, risponde alla senatrice Anna
Finocchiaro che aveva giudicato intempestiva e prepotente la
mozione presentata alla Camera da Roberto Giachetti.

RIFORME, CALDEROLI: HO PRESENTATO DUE EMENDAMENTI A MOZIONE MAGGIORANZA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – L’ex ministro della Lega,
Roberto Calderoli, ha riferito di aver presentato due
emendamenti alla mozione della maggioranza. Avvicinato a
Palazzo Madama, alla domanda se la Lega voterà a favore
della mozione della maggioranza, Calderoli ha risposto:

“Alle cinque glielo dico. Ho presentato due emendamenti – ha
aggiunto – il primo sul termine ‘Comitato’, che non mi
entusiasma, preferirei che si usasse il termine
‘Convenzione’ che ha usato il presidente del Consiglio. Nel
secondo emendamento chiedo che al posto di delegare al
Governo la stesura di una legge costituzionale, trattandosi
di materia costituzionale e quindi squisitamente
parlamentare, sarebbe meglio che il Governo promuovesse la
discussione in seno al Parlamento”.

Per Calderoli, con questa modifica i tempi di costruzione
delle riforme non si dilaterebbero, anzi potrebbero
accorciarsi: “Visto che il Governo deve presentare il
disegno di legge – risponde ai cronisti – entro la fine di
giugno se vogliamo iniziarlo a discutere possiamo farlo
anche adesso a maggio. e quindi si guadagna tempo”.

RIFORME, GIACHETTI (PD): LA MIA MOZIONE NON È CONTRO IL GOVERNO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “La mia mozione non va
contro il Governo, e non è alternativa a quella della
maggioranza”. Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera
e deputato del Pd vicino a Matteo Renzi, chiarisce la
propria iniziativa e afferma: “Non intendo ritirarla”.
“Proprio il presidente del Consiglio – dice – ha indicato
nel Mattarellum l’eventuale via d’uscita da dieci anni di
voto attraverso il Porcellum, quindi la mia mozione va in
quella direzione”.

Giachetti parla di “volontà di spingere il Parlamento a
decidere, senza impegnare i gruppi parlamentari”. D’altronde
anche Anna Finocchiaro si è espressa per il ritorno al
Mattarellum. “Sono d’accordo con Napolitano e conservo la
lettera che mi ha inviato affinché interrompessi lo sciopero
della fame”, dice poi, ricordando i quattro mesi di sciopero
della fame e i due mesi di campagna elettorale spesi contro
il Porcellum.

Circa eventuali “mal di pancia” del Pdl, in particolare di
Quagliariello, per la sua iniziativa, Giachetti sottolinea
“la mia mozione non si rivolge al Governo, ma al Parlamento,
il Pdl dovrebbe rimettersi all’aula”.

RIFORME, AMATI (PD): VOTERÒ NO A MOZIONE IN DISSENSO DAL GRUPPO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – (di Elisa Pastore) La
senatrice del Pd Silvana Amati ha riferito che voterà contro
la mozione sulle riforme presentata in Senato dalla
maggioranza, in quanto renderebbe più debole l’articolo 138
della Costituzione.

“Sono per il mantenimento dell’articolo 138 della
Costituzione, sono per un suo rafforzamento – ha detto
Amati, avvicinata a margine dei lavori dell’Aula – ho
aderito alla manifestazione che c’è a Bologna ‘Non è cosa
vostra’ insieme ai Comitati Dossetti, a ‘Se non ora quando’
e all’Anpi. Penso che l’art. 138 sia stato uno strumento di
salvaguardia importante. Nella passata legislatura avevo
sostenuto e collaborato con Oscar Luigi Scalfaro per
aggiornare l’articolo in modo da rafforzarlo, perché le
leggi elettorali successive lo avevano reso più fragile e
quindi perché ci fosse una maggiore rigidità proprio a
tutela di queste garanzie. Quindi questa forma di
indebolimento proprio non mi convince, esprimerò un voto in
dissenso dal mio gruppo e non voterò la mozione.

D. SU COSA IN PARTICOLARE È CONTRARIA, SULLA ISTITUZIONE
DELLA COMMISSIONE?
R.
L’articolo 138 fornisce una garanzia di modifiche,
peraltro parziali, mentre questa è una modifica sostanziale,
di metodo, della Costituzione. Intanto, è una mozione in cui
‘si chiede al Governo di istituire’, e quindi già si perde
una prerogativa parlamentare; poi non sono le commissioni
parlamentari di Affari costituzionali a fare le modifiche ma
sarà una supercommissione, poi ci sarà un gruppo di esperti,
che daranno un contributo che vengono dal Governo, e poi ci
saranno tempi abbreviati e ci sarà un testo che potrà essere
emendato ma con alcuni limiti. Quindi ci sono questioni
molto delicate, io ancora del merito non parlo, anche se il
semipresidenzialismo mi ha visto da sempre contraria, ma già
mi sembra che nel metodo si vada oltre a quelle garanzie
costituzionali che hanno garantito fino ad oggi la
democrazia in Italia.

D. SOLO LEI DEL SUO GRUPPO VOTERÀ CONTRO LA MOZIONE?
R.
Non lo so, ieri nel corso della discussione nel gruppo
alcune persone hanno espresso pareri discordi se arriveranno
al voto contrario non glielo so dire.

LEGGE ELETTORALE, GASPARRI (PDL): NO RIBALTAMENTI, VENGA DOPO RIFORMA STATO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Tutte le leggi elettorali
sono fallibili – ha ricordato Gasparri – Non mi iscrivo
nell’elenco dei feticisti di questa o quella legge
elettorale. Nessuno pensi di fare in modo surrettizio dei
ribaltamenti: le riforme minime dell’attuale legge
elettorale si facciano subito ma poi il riassetto” del
sistema elettorale, “che noi chiediamo” deve arrivare “dopo
la riforma dello Stato”. Lo ha detto il vicepresidente
Maurizio Gasparri del Pdl intervenendo in Aula al Senato
durante il dibattito sulle mozioni per le riforme
costituzionali.

Quanto al contenzioso aperto con il Pd sulla composizione
del Comitato dei 40, Gasparri dice: “Alcuni organismi è
giusto che tengano conto del peso dei partiti e non solo di
quello parlamentare” drogato “da un premio di maggioranza
che ha dilatato oltre misura la presenza di un partito alla
Camera rispetto ad un altro”.

RIFORME, ALLA CAMERA DIBATTITO IN CORSO. ALLE 18 LA REPLICA DI ENRICO LETTA
(Public Policy)- Roma 29 maggio – Dibattito in corso alla
Camera – in concomitanza con quello del Senato – sulle
mozioni per l’avvio dell’iter delle riforme costituzionali.
Cinque i documenti all’esame e al voto dell’aula: quello di
maggioranza (Pd, Pdl e Sc), Sel, Lega Nord, M5s e la mozione
di Roberto Giachetti (Pd), in dissenso con il partito.

Per il deputato Elio Vito il “Pdl conferma con convinzione
l’adesione al percorso riformatore. Le riforme – spiega –
sono urgenti. Da troppo tempo se ne parla ma non si
realizzano”. Per Vito occorre mettere fine però alla
“sterile contrapposizione” tra Governo e Parlamento, “il
presidente del Consiglio gode oggi di troppi pochi poteri,
il presidente della Repubblica gode di tanti poteri”, la
Convenzione “dovrà scegliere tra modelli contrapposti”.

Convitato di pietra la riforma della legge elettorale che
per l’esponente Pdl “dovrà procedere con la maggiore
condivisione possibile”. Quindi pieno e leale sostegno al
governo di Enrico Letta. Tra gli interventi in aula, anche
quello del Pd con Giancarlo Bressa, secondo il quale il
“processo di revisione costituzionale non ha nulla di
eversivo” ma “deve avvenire dentro il Parlamento”, si può
fare e “farlo bene” come anche “unico antidoto al populismo”.

Dal M5s Riccardo Fraccaro parla di riforme “indifferibili”
che però debbono avvenire “con procedura ordinaria”. Tra le
priorità elencate dall’esponente dei 5 Stelle, che si rifà
alla mozione del suo gruppo: “La riduzione del numero dei
deputati e dei senatori; la soppressione delle Province,
l’introduzione del referendum propositivo e consultivo senza
quorum funzionale, l’eliminazione di ogni quorum funzionale
per il referendum abrogativo, la fissazione del numero
massimo di mandati elettorali a qualsiasi livello”.

Fuori dall’aula il capogruppo Pdl Renato Brunetta punta il
dito contro la mozione di Giachetti, che prevede il ritorno
al Mattarellum e che ha già raccolto un centinaio di firme
tra i deputati di varie forze politiche. “La mozione
Giachetti è una mozione contro Letta. Siamo molto
amareggiati. Noi volevamo che venisse ritirata. Il Pd non
c’è riuscito”.

LEGGE ELETTORALE, MOZIONE GIACHETTI CREA MALUMORI IN PD-PDL. MA NON LA RITIRA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – La “contro-mozione” del
vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, sottoscritta
da deputati bipartisan, crea scompiglio nella
maggioranza.

Giachetti, supportato da esponenti di Pd, Pdl, Sel e Scelta
Civica, chiede con la sua mozione di tornare al Mattarellum
e di farlo in tempi strettissimi.

Dal Pdl è arrivata la richiesta di ritirare la mozione: “È
un grosso problema per il Governo perché è chiaro che è
contro il Governo e contro Enrico Letta”, ha detto Renato
Brunetta.

Dello stesso avviso anche il Pd che con Anna Finocchiaro
definisce “intempestiva” la mozione di Giachetti e
sottolinea: “Non possiamo neppure per un attimo
rischiare di mettere in pericolo il percorso di riforme con
atti di prepotenza”. Ma Giachetti non arretra e non ritira
la sua mozione.

RIFORME, FINOCCHIARO (PD): NON CADIAMO IN ERRORE CONTRAPPOSIZIONI
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “È necessario adesso
dipanare le nebbie che si addensano su questo che è l’ultimo
tentativo di uscire da una situazione in cui la decisione
politica non è più in grado di rispondere con efficacia alle
richieste della cittadinanza. Non cadiamo nell’errore delle
contrapposizioni tra conservazione e innovazione”. Lo ha
detto Anna Finocchiaro del Pd, parlando in Aula al Senato
durante il dibattito sulle mozioni per le riforme
costituzionali.

“Abbiamo l’obbligo – ha aggiunto Finocchiaro – di adeguare
la Costituzione attuale, vedo il soffio vivo della
partecipazione democratica, vedo il comitato paritario che
ha in sè il pregio di poter stendere testi con l’attenzione
all’organicita’ del sistema”.

“Incontreremo i nodi politici – ha sottolineato la
senatrice Pd – dobbiamo avere la determinazione di non
nasconderne nessuno e scegliere il meglio per la Repubblica,
con laicismo, e non dobbiamo avere paura”.

LEGGE ELETTORALE, LATORRE (PD): NO COLPI DI MANO, SIA LEGATA A RIFORME
(Public Policy) – Roma, 29 mag – “Sul terreno delle riforme
costituzionali e della nuova legge elettorale la politica si
gioca la possibilità di recuperare centralità e credibilità,
indispensabili per la tenuta democratica del nostro Paese”.
Lo ha detto Nicola Latorre del Pd, intervenendo nell’aula
del Senato durante il dibattito sulle mozioni di riforma
costituzionale.

“Per noi questo processo – ha detto Latorre – deve esaltare
la centralità del Parlamento. Nessun colpo di mano. Per
questo sarà importante anche la convergenza di un arco ampio
di forze parlamentari ben oltre i confini dell’attuale
maggioranza. Deve esserci un nesso fra legge elettorale e
riforme istituzionali ed è in nome di questa consapevolezza
che è stato utile evitare ogni richiamo di merito, anche
sulla legge elettorale, in una mozione che indica percorso e
procedure. Sarebbe stata una nota stonata”.

RIFORME, MOZIONE AUT-PSI SENATO: IN COMITATO 40 ANCHE MINORANZE LINGUISTICHE
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Garantire la presenza, nel
Comitato dei 40 che dovrà mettere a punto le riforme
costituzionali, di almeno un rappresentante delle minoranze
linguistiche. Questa la richiesta contenuta nella mozione al
Senato del gruppo Aut-Psi e sottoscritta da Zeller, Laniece,
Berger, Fravezzi, Longo Fausto Guilherme, Nencini, Palermo,
Panizza.

Nella mozione si legge: “Al fine di venire incontro alle
mutate esigenze all’interno del Paese, si rendono necessari
interventi volti, in particolar modo, alla riduzione del
numero dei parlamentari, al superamento del bicameralismo
paritario e simmetrico con la trasformazione del Senato
della Repubblica in camera di rappresentanza delle autonomie
territoriali, alla revisione della forma di Governo in
relazione al mutato contesto politico-istituzionale, alla
modifica della legge elettorale coerentemente con il modello
istituzionale prescelto”.

Aut-Psi sottolinea però la necessità di garantire “la
partecipazione e il coinvolgimento di tutte le forme ed
espressioni di pluralismo presenti all’interno del Paese” e
chiede che nel Comitato dei 40, proposto già nella mozione
della maggioranza “venga garantita la presenza di
almeno un senatore eletto in una lista rappresentativa di
minoranze linguistiche riconosciute, anche tra membri non
componenti della commissione Affari costituzionali”.

RIFORME, CALDEROLI (LEGA) A LETTA: LEI HA IL “FATTORE C”
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Enrico Letta ce la farà
perché ha “il fattore C”. A dirlo, in Aula al Senato,
Roberto Calderoli della Lega.

“Credo che lei, presidente Letta, abbia un qualcosa in più
e credo che sia un fattore importante – ha detto Calderoli –
come chi l’aveva preceduta come premier della sua parte
politica, lei ha il ‘fattore C'”.

“E guardate – ha aggiunto – non riuscendo mai a fare le
riforme, credo che il ‘fattore C’, lo abbiamo visto nelle
ultime tornate amministrative, sia un fattore importante per
farle. Non l’abbiamo mai avuto”.

RIFORME, MOZIONE M5S: INFO SUI MEDIA, INCANDIDABILITÀ, URGE LEGGE ELETTORALE
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Referendum di indirizzo,
aperto anche a chi ha 16 anni, prima dell’avvio delle
riforme costituzionali e un programma informativo sui media
che rispetti la par condicio tra i partiti.

Poi le riforme costituzionali, da farsi tutte in
Parlamento, tra cui: abolizione delle Province, diminuzione
del numero dei parlamentari, referendum consultivo e
propositivo senza quorum, mandato massimo di due anni per i
parlamentari. Questi i punti principali contenuti nelle
mozioni del Movimento 5 stelle presentate a Camera e Senato.

Mozioni molto simili a quelle presentate da Sel alla Camera
e al Senato tranne che per un punto: i 5 stelle propongono
“la previsione della incandidabilità alla carica di deputato e
senatore di coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva
per delitto non colposo, ovvero a pena detentiva superiore a mesi
dieci e giorni venti di reclusione per delitto colposo, oltre che di
coloro che ricoprono contemporaneamente altri incarichi elettivi”.

I 5 stelle invece, al pari di Sel e della mozione
bipartisan presentata alla Camera dal vicepresidente Roberto
Giachetti sottolinea come sia “indispensabile ed urgentissima
una revisione del sistema elettorale attraverso cui i cittadini
possano scegliere in maniera diretta, e non esclusivamente ‘mediata’
da partiti ed apparati politici, i propri rappresentanti in Parlamento,
per come stabilito dagli articoli 56 e 58 della Carta”.

Nella mozione di deputati e senatori M5s il primo punto chiede
“di avviare preliminarmente un percorso volto a promuovere,
in tempi rapidi, l’indizione di un referendum popolare di indirizzo,
nel quale i cittadini siano chiamati ad esprimersi
sull’opportunità di modificare ed in quale modo la forma di
Governo e di Stato, tenendo conto delle risultanze emerse da
un apposito dibattito pubblico approfondito ed aperto a
tutte le istanze partecipative”.

Proprio per garantire questo dibattito il M5s chiede “un
programma comunicativo sui mezzi di informazione, di almeno
sei mesi, ad opera dei gruppi parlamentari presenti in
Parlamento, in condizione di parità tra i suddetti gruppi,
conformemente ai princìpi del pluralismo, dell’imparzialità,
dell’indipendenza, dell’obiettività e della completezza
delle informazioni” e “un programma formativo, di almeno sei
mesi, nell’ambito del percorso scolastico ed universitario,
di ogni ordine e grado, diretto all’approfondimento degli
argomenti oggetto del referendum di indirizzo”.

Per quanto riguarda poi successivamente la riforma della
Costituzione, il M5s propone: “La riduzione del numero dei
deputati e dei senatori; la riduzione del numero dei
consiglieri regionali; la soppressione delle Province dando
contemporaneamente un deciso impulso al processo di
accorpamento dei Comuni; l’introduzione del referendum
propositivo e consultivo senza quorum funzionale;

l’eliminazione di ogni quorum funzionale per il referendum
abrogativo; la fissazione del numero massimo di mandati
elettorali a qualsiasi livello, pari a due, che ogni
cittadino può essere chiamato a ricoprire; la previsione
della incandidabilità alla carica di deputato e senatore di
coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per
delitto non colposo”.

Inoltre il M5s chiede “l’incremento delle garanzie
costituzionali a favore delle opposizioni parlamentari,
anche con l’innalzamento del quorum necessario all’adozione
ed alla modifica dei regolamenti parlamentari; con
riferimento ai disegni di legge di iniziativa popolare, un
termine perentorio entro cui il Parlamento abbia l’obbligo
di esaminarle”.

RIFORME, MOZIONE LEGA: CONVENZIONE, SENATO DELLE REGIONI, FEDERALISMO FISCALE
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Non un Comitato dei 40
fatto solo di deputati e senatori (come vuole la
maggioranza) bensì una “Convenzione” “o comitato, o
commissione, chiamatela come vi pare” per usare le parole di
Roberto Calderoli, composta anche da esperti non
parlamentari, che prepari da subito un ventaglio di riforme
costituzionali necessarie, da sottoporre poi al Parlamento.
Questa la proposta della Lega contenuta nelle mozioni
presentate alla Camera e al Senato.

La Lega chiede poi di “superare il bicameralismo paritario”
affidando “ad una sola Camera il compito di conferire o
revocare la fiducia al Governo” e istituendo “una seconda
Camera – il Senato delle Regioni e delle Autonomie – con
competenze differenziate e con l’obiettivo di realizzare
compiutamente l’integrazione dello Stato centrale con le
autonomie, anche sulla base di una chiara ripartizione delle
competenze tra livelli di Governo con il perfezionamento
della riforma del Titolo V”.

Infine la Lega chiede, ed è il punto in cui la mozione si
differenzia dalle altre presentate, di “chiudere rapidamente
la partita del federalismo fiscale rivedendo il rapporto
fiscale tra centro e periferia, salvaguardando la centralità
dei territori delle regioni” e di ragionare sull'”eventuale
riorganizzazione delle Regioni e dei rapporti tra loro”.

RIFORME, DIBATTITO IN AULA ALLA CAMERA, C’È ANCHE IL PREMIER LETTA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Ha preso il via nell’aula
della Camera il dibattito sulle riforme con l’illustrazione
delle mozioni. Siede tra i banchi del Governo anche il
presidente del Consiglio Enrico Letta, che parlerà alle 18,
in sede di replica.

RIFORME, MOZIONE SEL: ABOLIRE PROVINCE, RIDURRE PARLAMENTARI, VIA PORCELLUM
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Ridurre il numero dei
parlamentari, garantire la centralità del Parlamento,
superare il bicameralismo perfetto, obbligare le Camere a
esaminare le leggi di iniziativa popolare entro tre mesi
dalla presentazione, abolire le province, fare subito una
riforma della legge elettorale e garantire che le riforme
costituzionali vengano fatte dalle Camere e nelle Camere.
Questi i punti principali contenuti nelle mozioni alla
Camera e al Senato presentate da Sel.

Al primo punto si chiede “il mantenimento della forma di
governo parlamentare e la centralità del ruolo del
Parlamento nel bilanciamento complessivo dei poteri e degli
organi costituzionali”. Poi viene chiesta “la riduzione del
numero dei deputati e dei senatori; il superamento del
bicameralismo perfetto, attraverso la trasformazione del
Senato della Repubblica in Senato delle autonomie, ad
elezione indiretta, composto dai presidenti e rappresentanti
delle Regioni, nonché dai sindaci delle città metropolitane
e dei Comuni più rappresentativi, nonché l’introduzione di
ipotesi residuali di bicameralismo paritario nell’ambito del
procedimento legislativo”.

E poi ancora “la revisione dell’articolo 49 della
Costituzione che ponga precisi princìpi e criteri in tema di
democrazia interna e trasparenza dei partiti e, più in
generale, delle organizzazioni politiche, onde garantire la
puntuale attuazione dello stesso e l’adeguamento dei
soggetti coinvolti; l’obbligatorietà dell’esame e del voto
in tempi certi (entro tre mesi) delle proposte di legge
d’iniziativa popolare, anche modificando sul tema il
Regolamento della Camera dei deputati; l’introduzione di
limiti più rigidi all’uso della decretazione d’urgenza da
parte del Governo, provvedendo alla contestuale modifica del
Regolamento della Camera dei deputati”.

E ancora “la modifica del Titolo V (Le Regioni, le Province, i Comuni)
e, in particolare, la revisione delle materie di competenza
esclusiva delle regioni, riducendo drasticamente l’elenco
delle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni
e introducendo la cosiddetta clausola di supremazia, nonché
l’abolizione delle province, l’individuazione delle città
metropolitane e la disciplina del loro ordinamento da
prevedersi con legge statale; la sottoposizione a referendum
popolare confermativo delle leggi costituzionali e di
revisione costituzionale, anche nel caso in cui queste siano
approvate dalle Camere con la maggioranza dei due terzi dei
suoi componenti”.

Sel ci tiene inoltre a sottolineare che “l’articolo 72,
quarto comma, della Costituzione prevede che per le leggi di
revisione costituzionale sia ‘sempre adottata la procedura
normale di esame e di approvazione diretta’ da parte delle
due Camere”.

E lancia quindi un monito: “In nessun caso sarebbe
legittimo il deferimento dell’esame del provvedimento alla
sede deliberante, nonché a qualsivoglia organo/organismo che
privasse i parlamentari del pieno potere emendativo, in
ottemperanza al principio di eguaglianza dei parlamentari”.
Quanto alla legge elettorale, i parlamentari di Sel
chiedono un “intervento in tempi brevissimi” e che l’iter
della riforma sia svincolata da quello delle riforme
costituzionali.

LEGGE ELETTORALE, MOZIONE BIPARTISAN GIACHETTI: PRIORITÀ, TORNI MATTARELLUM
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Riformare subito il
Porcellum, tornando al Mattarellum e fare della riforma
organica della legge elettorale una priorità, in tempi
rapidi.

Se la mozione di maggioranza presentata alla Camera
e al Senato accenna solo a una futura
riforma del sistema elettorale, alla Camera il
vicepresidente e deputato Pd Roberto Giachetti, insieme ad
altri deputati bipartisan (da Antonio Martino del Pdl a
Gennaro Migliore di Sel a Gea Schirò Planeta di Scelta
civica) ha presentato una mozione che chiede invece che
all’interno delle riforme costituzionali su cui il
Parlamento si accinge a lavorare, ci si attivi da subito per
“esaminare le numerose proposte di legge in materia che, a
partire dall’inizio della XVII legislatura, sono state
depositate da deputati appartenenti a diversi gruppi
parlamentari” così da arrivare al più presto a una riforma.
L’obiettivo dei firmatari è fare della riforma della legge
elettorale una priorità e tornare al più presto al
Mattarellum.

Nella mozione bipartisan si legge: “Il tema della riforma
della legge elettorale è urgente e di grande rilievo: da un
lato, infatti, non possono essere disattese le profonde e
diffuse aspettative del corpo elettorale anche in relazione
ai contenuti della recente campagna elettorale e agli
autorevoli richiami in tal senso del Capo dello Stato,
dall’altro occorre intervenire improrogabilmente sulla
questione del premio di maggioranza, così come raccomandato
dalla Corte costituzionale”.

Inoltre, viene ricordato, “l’elevato numero di
sottoscrizioni raccolte per la presentazione di quesiti
referendari in materia elettorale nel 2009 e nel 2011,
sebbene gli esiti delle relative consultazioni siano stati
negativi, dimostra come sia diffusa già da tempo
nell’opinione pubblica la convinzione che l’attuale sistema
elettorale debba essere rapidamente cambiato”.

Quindi, scrive Giachetti e sottoscrivono 97 deputati
bipartisan (mancano nell’elenco solo esponenti di Lega e
M5s) “nell’attuale complessa situazione politica la legge
elettorale costituisce di per sé un’emergenza istituzionale
e rappresenta un presupposto necessario rispetto a qualsiasi
altra riforma. In questo contesto, ad avviso dei firmatari
del presente atto di indirizzo, l’unica modifica al vigente
sistema che possa coagulare in tempi brevi il consenso di
un’ampia maggioranza parlamentare è il ritorno alla
previgente disciplina, ovvero al cosiddetto Mattarellum”.

“Si tratta – scrivono – di una riforma da approvare subito
per garantire che un’eventuale consultazione elettorale
anticipata non si realizzi più con l’attuale legge
elettorale, ma che allo stesso tempo potrà essere superata
qualora in sede di riforme costituzionali si approdi a
soluzioni che richiedano un sistema elettorale diverso”.

RIFORME, INIZIATA AL SENATO DISCUSSIONE MOZIONI. LETTA PARLA NEL POMERIGGIO
(Public Policy) – Roma, 29 mag – È iniziata al Senato la
discussione generale delle mozioni che avvieranno l’iter
delle riforme costituzionali.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta è presente in Aula
a Palazzo Madama ma il suo intervento è previsto alle 15,30.
Al Senato sono state presentate, e poi verranno votate,
cinque mozioni. Una della maggioranza, una della Lega, una
del Movimento 5 stelle, una del gruppo Misto-Sel e una del
gruppo Aut-Psi.

RIFORME, MOZIONE MAGGIORANZA: DDL ENTRO GIUGNO, COMITATO 40, REFERENDUM /FOCUS
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Un disegno di legge
costituzionale da presentare alle Camere entro giugno; un
iter velocizzato di approvazione. E poi ancora un Comitato,
composto da venti senatori e venti deputati nominati dai
rispettivi presidenti delle Camere, su designazione dei
gruppi parlamentari, tra i componenti delle commissioni
Affari costituzionali, “in modo da garantire la presenza di
ciascun gruppo parlamentare e di rispecchiare
complessivamente la proporzione tra i gruppi” cui conferire
poteri referenti per l’esame dei progetti di legge di
revisione costituzionale su “forma di Stato, alla forma di
Governo e all’assetto bicamerale del Parlamento, nonché,
coerentemente con le disposizioni costituzionali, di riforma
dei sistemi elettorali”. Questi i punti principali delle
mozioni di maggioranza oggi in discussione alla Camera e al
Senato.

Dopo ore di fibrillazione ieri durante tutta la giornata,
in serata si è arrivati all’accordo: la mozione alla Camera
è firmata dai capigruppo Roberto Speranza (Pd), Renato
Brunetta (Pdl), Lorenzo Dellai (Scelta civica) e Pino
Pisicchio (Misto). Quella al Senato da Luigi Zanda e Anna
Finocchiaro, Claudio Martini(Pd), Renato Schifani e Donato
Bruno e Giuseppe Esposito (Pdl), Gianluca Susta (Scelta
civica), Mario Ferrara (Gal), Karl Zelle (Aut-Psi).

Nella mozione di maggioranza si stabilisce che il
Comitato bicamerale approvi in sede referente i progetti di
legge costituzionali e che questi debbano essere approvati,
con la possibilità di presentare emendamenti al testo,
“entro 18 mesi dall’avvio”.

Viene inoltre stabilito che “fermi restando i quorum
deliberativi di cui all’articolo 138 della Costituzione” le
riforme approvate dovranno essere “sottoposte a referendum
confermativo”.

RIFORME, SENATO: LA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA
(Public Policy) – Roma, 29 mag – Tra le quattro mozioni
presentate al Senato sulle riforme, la mozione della
maggioranza traccia la road map del percorso da seguire: un
disegno di legge con le necessarie modifiche costituzionali,
che l’esecutivo dovrà varare entro giugno, che dovrà
prevedere un comitato bicamerale formato da 20 senatori e 20
deputati, in cui dovrà essere assicurata la rappresentanza
di tutti i gruppi.

Il Comitato avrà il compito di approvare, in sede referente
i disegni di legge che modificheranno la forma dello Stato,
di governo, l’assetto bicamerale e “coerentemente con le
disposizioni costituzionali, di riforma dei sistemi
elettorali”.

I disegni di legge approvati dal Comitato dovranno essere
successivamente approvati dalle Assemblee delle relative
Camere, anche con eventuali modifiche conseguenti
all’approvazione di emendamenti presentati in Aula, dai
parlamentari o dal governo.

In ogni caso l’approvazione dei ddl deve concludersi “entro
18 mesi dall’avvio”. Nel disegno di legge che il governo
deve presentare deve essere prevista anche “la facoltà di
richiedere comunque”, ai sensi dell’articolo 138 della
Costituzione e con identico quorum, “la sottoposizione a
referendum confermativo della legge ovvero delle leggi di
revisione costituzionale approvate dal Parlamento”.(Public
Policy)

EPA-VIC-FEG-ABA-GAV-LEP