ROMA (Public Policy) – Il Governo ha deciso di ritirare l’emendamento che interveniva sulla riorganizzazione del ministero della Difesa, presentato mercoledì sera al dl Pa/ministeri nelle commissioni Affari costituzionali e Lavoro alla Camera.
L’emendamento – di cui Public Policy ha preso visione – avrebbe, tra le altre cose, separato gli incarichi e le attribuzioni di Segretario generale della Difesa da quelli del Direttore nazionale degli armamenti, sino a oggi riuniti nell’unica figura del Segretario generale. E ancora: previste semplificazioni nel procedimento di nomina dei direttori degli enti dipendenti dai Comandi logistici.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, d’intesa con il ministro della Difesa Guido Crosetto, spiegano fonti di maggioranza, hanno ritirato la proposta di modifica “come gesto di responsabilità e di apertura alle opposizioni”. In ogni caso, si precisa, “quanto contenuto nell’emendamento, un riordino del ministero della Difesa che è ritenuto importante nel Governo, verrà portato all’attenzione del Parlamento in periodi brevi”.
LE REAZIONI DI PD E M5S
“Non si poteva certo con un semplice emendamento far passare una vera e propria riforma lesiva della stessa autonomia del Parlamento e in spregio dei richiami del capo dello Stato ai presidenti delle Camere”, hanno commentato in una nota i capigruppo Pd delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, Simona Bonafè e Arturo Scotto.
“Con il ritiro dell’emendamento presentato nel cuore della notte che cambiava l’ordinamento della Difesa del nostro Paese, il Governo e la maggioranza di destra hanno ammesso il loro grave errore”, hanno spiegato Bonafè e Scotto.
Per il Movimento 5 stelle, “il blitz con cui il Governo ha inserito nottetempo nel decreto Pa un emendamento per ridefinire e potenziare il ruolo del direttore nazionale degli armamenti non è stato grave solo per questioni di metodo, ma anche nel merito perché conferma la preoccupante deriva bellicista di questo Esecutivo e la sua vicinanza alla lobby delle armi. Grazie alla nostra opposizione l’emendamento è stato ritirato, ma vigileremo affinché non venga ripresentato in altri provvedimenti”
“Con questa modifica – spiegano i capigruppo M5s delle commissioni Difesa di Camera e Senato, il deputato Marco Pellegrini e il senatore Raffaele De Rosa – si voleva sdoppiare la figura del segretario generale della Difesa che oggi dirige sia l’area tecnico-amministrativa, sia le acquisizioni di armamenti, creando due figure dedicate per velocizzare le procedure di procurement di sistemi d’arma. Una prospettiva che desta profonda preoccupazione nel presente contesto di corsa al riarmo e di iniziative europee, che ci vedono del tutto contrari, per velocizzare la produzione nazionale di armi e munizioni”.
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RIC-GAV
(foto cc Palazzo Chigi)