ROMA (Public Policy) – “Nonostante i recenti positivi sviluppi sul riordino degli assetti locali, la presenza nel settore di una pluralità di entità gestionali (prevalentemente gestioni comunali in economia) per le quali le procedure per il trasferimento del servizio al gestore unico d’ambito (ove individuato) non risultano ancora perfezionate e per cui si sono riscontrate criticità nell’adempimento degli obblighi fissati dalla regolazione, in particolare, in materia tariffaria e di qualità tecnica e contrattuale, ha contribuito alla permanenza dei differenziali nei livelli di prestazione del servizio e nella possibilità di accesso ai servizi idrici tra aree del Paese (la cosiddetta ‘water service divide’)”.
Lo ha detto il presidente Arera, Stefano Besseghini, in audizione mercoledì nelle commissioni Ambiente e Attività produttive alla Camera.
“La debolezza della governance in questi contesti si riflette, altresì, nei ritardi relativi al soddisfacimento degli obblighi posti in capo ai gestori ai fini dell’erogazione del bonus idrico. Pertanto, l’Autorità è orientata a valutare specifiche misure – anche di ‘sunshine regulation’ – volte a rendere efficace in tali specifiche situazioni il meccanismo di riconoscimento automatico dell’agevolazione, a tutela del diritto al riconoscimento del bonus sociale idrico, ove ne sussistano i requisiti di ammissibilità previsti dalla normativa e dalla regolazione attuativa definita dall’Autorità. Rimane salvo – ha aggiunto Besseghini – il fatto che l’attuazione graduale del bonus sociale idrico non preclude per le famiglie interessate l’erogazione delle quote arretrate di competenza”.