Ilva, eliminare uso del coke in fase produzione

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ROMA (Public Policy) – Il Commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi, “considererà innovazioni tecnologiche tese all’eliminazione o comunque alla sostanziale riduzione della fase di produzione del coke, e dell’uso dello stesso”. È quanto si legge nel Dpcm di approvazione del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dell’Ilva di Taranto, entrato in vigore ieri dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

L’eliminazione o riduzione del coke deve avvenire tramite “uso di materia prima ferrosa costituita da ferro preridotto acquisito dall’esterno o anche della Direct Reduction, che comporta il trattamento del minerale di ferro con gas naturale e tecnologia di Smelting reduction (Corex – Finex)”. Il Piano prevede inoltre che il riavvio degli impianti non in esercizio o per i quali è prevista una fermata, dovrà essere valutato dall’Autorità competente sulla base di un’apposita richiesta della società Ilva. Tra le misure contenute nel Piano alcune riguardano l’attuazione del decreto di Autorizzazione integrata ambientale (Aia) del settembre 2011, altre dell’Aia dell’ottobre 2012 oltre a ulteriori azioni per garantire la conformità alle prescrizioni di legge e all’Aia stessa.

Tra le prescrizioni, alcune riguardano nello specifico la risorsa idrica: Ilva dovrà presentare un programma di riuso e ricircolo di acque dolci, uno studio per verificare l’impatto che il prelievo dal Mar Piccolo (un tratto di mare interno compreso nella costa tarantina) determina sull’ecosistema marino e l’opportunità o meno che tale prelievo venga effettuato fuori rada. Secondo il Piano, inoltre, dovrà essere presentato, entro un mese, il progetto definitivo per ottenere le autorizzazioni per realizzare la copertura del Parco minerale (che dovrebbe avvenire con strutture in acciaio che evitino che il vento sollevi le polveri. Per la presentazione dell’autorizzazione alla copertura del parco Fossile, Ilva avrà a disposizione due mesi. L’intervento di copertura del Parco Omo, Parchi Agl Nord e Sud, dovrà invece concludersi entro 20 mesi dall’entrata in vigore del Piano. Lo stabilimento di Taranto, una volta messe in campo tutti gli adeguamenti, dovrà rispettare il limite di emissione delle polveri di 8 mg/Nm3. Il risultato dovrà essere ottenuto grazie all’installazione di filtri a maniche per ciascun gruppo termico. Le modifiche, inoltre, dovranno garantire un livello massimo di Sox pari a 200 mg/Nm3.

Dovranno infine essere installati nuovi filtri a tessuto entro sei mesi. Il Piano predispone azioni pure sul campo dell’efficienza energetica. La società dovrà predisporre un programma di efficientamento, secondo i principi delle bat, anche tenendo conto delle connessioni con la centrale termoelettrica Taranto Energia. Gli interventi stabiliti nel programma dovranno essere realizzati entro il 3 agosto 2016. (Public Policy)

FRA