Imprese, pronto il dm sul credito d’imposta r&s. Cosa prevede

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ROMA (Public Policy) – È pronto, vagliato dalla Corte dei conti e si appresta ad essere pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Mef con le disposizioni applicative del credito di imposta, previsto dal dl Destinazione Italia nel febbraio del 2014, per le imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo.

Un credito di imposta che è cumulabile con il credito di imposta per le nuove assunzioni di profili altamente qualificati istituito dal dl Crescita di Monti.

Il dm del Mef, come si legge in una bozza di cui Public Policy ha preso visione, individua le disposizioni applicative del credito d’imposta, le modalità di controllo, da parte del Mef, delle spese sostenute dalle imprese dal 31 dicembre 2014, le cause di decadenza, le modalità di restituzione del credito d’imposta indebitamente fruito.

CHI PUÒ AVERE IL CREDITO D’IMPOSTA
Tutte le imprese che fanno investimenti in ricerca e sviluppo, a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2019.

SU COSA SI PUÒ CALCOLARE IL CREDITO
Per determinare il credito di imposta sono ammissibili spese per: personale altamente qualificato “in possesso di titolo di dottore di ricerca o iscritto a un ciclo di dottorato in un università italiana o estera, o in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico secondo la classificazione Unesco Isced” che sia dipendente dell’impresa impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo (ma non funzioni amministrative o contabili) o in rapporto di collaborazione, anche da libero professionista, sempre per ricerca o sviluppo.

Per questo, viene specificato, sarà calcolato il costo del lavoro al lordo di imposte e contributi.

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