(Public Policy) – Roma, 14 gen – Sandro Brusco, economista della State University of New York – Stony Brook,
tra i fondatori del blog Noisefromamerika e tra i promotori
di “Fare per fermare il declino” commenta l’intervista al
Financial Times del responsabile economico del Pd Stefano
Fassina.
“Devo dire che ho trovato veramente inquietante questa
frase: ‘A questo scopo, il centrosinistra cercherà un
accordo con i sindacati e le imprese: congelare gli
adeguamenti di stipendio in cambio di investimenti. Negli
ultimi dieci anni gli investimenti nel settore privato sono
stati molto scarsi'”.
L’affermazione di Fassina, è inquietante, scrive Brusco,
“oltre che per l’ovvio connotato antioperaio e antipopolare
(sì, ho deciso pure io di divertirmi a usare un linguaggio
antico; ma, cazzo, qua Fassina sta chiedendo espressamente
di ridurre i salari reali) per l’idea totalmente delirante
che sottende l’affermazione”.
In sintesi, si chiede Brusco, perchè in Italia si investe
poco? “Fassina non lo dice, ma dato che la soluzione che lui
propone è abbassare i salari reali direi che si può inferire
che una delle due vale: a) gli investimenti rendono poco
perché il costo del lavoro è troppo alto b) le imprese non
hanno soldi perché pagano salari troppo alti. Se è a), forse
ci sono altri modi per ridurre il costo del lavoro (il
termine ‘cuneo fiscale’ forse lo conosce anche Fassina). Se
è b), dico solo che è meglio che lasciamo perdere. Ma a
pensarci c’è una terza spiegazione, e temo sia quella che
Fassina ha in mente. Gli investimenti vanno fatti anche se
improduttivi e poco profittevoli (vedete, servono a
‘stimolare la domanda’)”.
Ma, prosegue l’esponente del movimento di Oscar Giannino,
“siccome non si possono costringere le imprese a fare
investimenti non profittevoli (quelli profittevoli li fanno
comunque) allora bisogna compensarle per le perdite. E come
le compensiamo? Ma con i soldi degli operai, naturalmente.
Non sia mai che debba essere la politica a rimetterci con un
taglio delle tasse”. (Public Policy)
LEP