Idea Schmit: un vertice sul lavoro al tempo delle piattaforme online

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STRASBURGO  (Policy Europe / Public Policy) – “Il 22 settembre organizzerò, assieme alla vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager, un summit sul lavoro nelle piattaforme online, per discutere come migliorare le condizioni sociali e lavorative”. Così Nicolas Schmit (nella foto), commissario per il Lavoro e i diritti sociali, durante un dibattito al Parlamento europeo dal titolo “Un’Europa sociale in un mondo digitale”.

Nel corso del suo discorso di fronte all’Eurocamera, il commissario lussemburghese ha anche annunciato che “nel prossimo mese” la Commissione proporrà “una nuova agenda” per sviluppare “nuovi strumenti per affrontare queste sfide”. Queste ultime fanno riferimento, in particolare, ai “cambiamenti destabilizzanti che la digitalizzazione si pensa comporterà”.

“Oltre il 90% dei lavori di oggi richiede una qualche forma di competenza digitale – sostiene Schmit – così come la partecipazione alla vita sociale. Eppure – prosegue – il 33% della popolazione dell’Ue dispone di qualifiche, dal punto di vista digitale, insufficienti e il 17% sono addirittura analfabeti dal punto di vista digitale“.

“Secondo certe previsioni – prosegue il commissario – circa la metà della forza lavoro europea, quindi 120 milioni di persone, dovrà essere in qualche modo riqualificata o riorientata” alle nuove competenze digitali.

“Quindi i nostri intenti sono tre”, ha annunciato Schmit. Innanzitutto occorre “impegnare i lavoratori in un percorso di riqualifica del loro profilo. A questo riguardo vogliamo lanciare un patto delle competenze che impegni la comunità delle imprese a fare degli investimenti nel proprio personale“, spiega il commissario.

“In secondo luogo – continua di fronte agli eurodeputati – dobbiamo rilanciare investimenti pubblici e privati nella formazione secondo le necessità individuate”.

“In terzo luogo – ha concluso sulle priorità della Commissione – dobbiamo dare alle persone gli strumenti perché possano investire nelle proprie qualifiche e competenze. Molte delle iniziative post-2020 – sottolinea il politico lussemburghese – andranno proprio in questa direzione tracciata dalla digitalizzazione”. Per esempio, “il Fes + (Fondo sociale europeo; Ndr) sostiene proprio la creazione di scuole moderne con programmi di forte matrice informatica”.

“Le forme di lavoro atipiche sono sempre più diffuse e si accompagnano a rapporti di lavoro flessibili, ma spesso inadeguati, con un accesso alla protezione sociale insufficiente, uno scarso dialogo sociale e un’assenza di diritti di rappresentanza collettiva”, sostiene il commissario con riferimento al lavoro nella piattaforme online.

La digitalizzazione sta cambiando il concetto di lavoro, di datore di lavoro, di dipendente e di rapporto tra gli uni e gli altri”, fa notare Schmit. “È quindi fondamentale – prosegue – che si faccia più chiarezza nel mondo del lavoro”.

“Le nuove tecnologie – spiega – fanno anche scomparire il confine tra la vita lavorativa e quella privata con il rischio di nuove patologie psicologiche e psicosomatiche. L’uso dei dati ha portato alla nascita dei nuovi algoritmi e anche a nuove forme di profili nelle disposizioni sulla previdenza sociale. Questo aumenta la produttività – conclude Schmit – ma anche il controllo sugli individui, quindi anche la sorveglianza delle prestazioni lavorative”. (Policy Europe / Public Policy) TML