La Manovra delude le Regioni (e i medici) sulla sanità

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – La legge di Bilancio delude le Regioni sulla sanità. Molti presidenti hanno avuto modo di esprimere il loro disappunto pubblicamente.

E i medici? “Le Regioni si aspettavano 4 miliardi in più, ne mettono 2 ma sono tutti già finalizzati ai maggiori costi energetici e ai vaccini e farmaci per il Covid”, dice a Public Policy Carlo Palermo, presidente di Anaao-Assomed, il principale sindacato italiano dei medici e dirigenti sanitari: “I debiti maturati durante la pandemia non vengono coperti e così molte Regioni rischiano di andare in piano di rientro. Noi, a suo tempo, avevamo consigliato l’accesso ai finanziamenti Mes, allora a tassi negativi, ma nessuno ci dette ascolto”.

Per quanto riguarda i medici del Ssn, dice ancora Palermo, “nella proposta governativa c’è ben poco. Sessanta milioni per i medici dell’emergenza/urgenza però a partire dal 2024, niente per quanto riguarda il resto della dirigenza medica e sanitaria che si appresta a rinnovare un contratto già scaduto nel 2021 con un incremento a regime del 4 per cento mentre l’inflazione oramai viaggia verso il 12 per cento. Ci avviamo verso un impoverimento della categoria che renderà ancora meno attrattivo il lavoro negli ospedali pubblici”.

Contemporaneamente, dice ancora Palermo a Public Policy, “si allarga la flat tax per i liberi professionisti ad 85.000 euro. Così i ‘gettonisti’ pagheranno come tasse appena 12.750 euro mentre un medico del Ssn per lo stesso imponibile esborserà oltre 34.000 euro. Prevedo un incremento dell’esodo dal sistema pubblico verso il privato degli operatori sanitari e una crescente difficoltà nell’accesso alle cure per i cittadini meno abbienti. Chi gode di adeguate risorse potrà rivolgersi alla sanità privata”. (Public Policy)

@davidallegranti