Liguria, Rai, missioni: il “campo largo” è già morto?

0

di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Mancano poche settimane alle elezioni regionali in Liguria del 27 e 28 ottobre 2024, ma la coalizione di centrosinistra è ancora in grande difficoltà. Il candidato Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, non avrà il sostegno di Italia viva né di +Europa, che non prenderanno parte alle elezioni. “Siamo disponibili a fare gli accordi con il centrosinistra ma non a tutti i costi. E questo deve essere chiaro per l’oggi e per il domani”, ha detto la coordinatrice nazionale di Iv Raffaella Paita.

Molte e prolungate le pressioni di Giuseppe Conte e del M5s sulla coalizione, soprattutto sul Pd, per impedire che i renziani partecipassero alla composizione dell’alleanza progressista. A forza di insistere, dunque, i 5 stelle hanno ottenuto quello che volevano, anche se adesso le chance di battere il centrodestra guidato da Marco Bucci, sindaco di Genova, si riducono.

Viene adesso da chiedersi quanto possa effettivamente resistere il cosiddetto campo largo. La segretaria del Pd Elly Schlein sarà pure convinta che alla fine l’alleanza si farà, ma intanto deve prendere atto che l’alleanza demopopulista non resiste alla cronaca quotidiana. Lo dimostra il caso del rinnovo del cda della Rai. L’opposizione alla destra non è riuscita a trovare una linea comune neanche sulla Rai, con il voto che ha eletto il nuovo consiglio d’amministrazione. Di fronte alla decisione di Pd, Iv e Azione di non partecipare al voto per denunziare “l’occupazione della tv pubblica da parte dei partiti di governo”, M5s e Avs hanno scelto invece di esserci, vanificando l’operazione voluta dalla segretaria del Pd.

In più, Conte sembra avere una sua agenda, che prescinde dalle volontà dell’interesse generale della coalizione. “Schlein ha di fatto restituito centralità politica a Renzi, che è un fattore divisivo e ha sempre voluto distruggere il M5s”, ha detto Conte al Corriere della Sera: “E questo, senza neppure prendersi la briga di avvertirmi e avere un serio confronto politico con me e gli altri alleati. Così il campo giusto si sfalda e si indebolisce e lo affermo garantendo la nostra autentica vocazione unitaria e la nostra determinazione nell’obiettivo di dare al Paese un’alternativa realmente competitiva a Meloni. Per la mia comunità è una ferita che rischia di allargarsi sempre più”.

Con la solita pazienza, l’alleato Pd si sta dimostrando molto magnanimo nei confronti di Conte, nonostante metta costantemente a dura prova la stabilità della coalizione. Peraltro il M5s ha grossi problemi in casa propria, come dimostra il duello con Beppe Grillo di fatto per stabilire chi è ancora il padrone della ditta. Il che non lo rende esattamente l’alleato migliore per mantenere sereno l’ambiente politico circostante. “La Rai dove Giuseppe Conte e Avs si fanno i fatti loro prova che il campo largo non esiste”, dice oggi al Foglio Carlo Calenda, leader superstite di un’Azione dalla quale stanno scappando tutti (Enrico Costa, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, tra i vari): “È il luogo di tutto ciò che resta, dove si butta tutto ciò che non è governo. Gran fregatura, quella data da Avs e M5s a Schlein. C’era l’accordo di non partecipare in nome della riforma Rai? E loro si sono defilati per avere un consigliere. Ma, se si riavvolge la bobina, si vede che Conte e Avs non hanno partecipato neanche al voto per il rifinanziamento delle missioni Onu – attenzione, non si parlava di armi all’ucraina”. Roba, aggiunge Calenda, che “neanche Franco Turigliatto. Questa è un’associazione temporanea di persone con obiettivi divertenti che – parlo soprattuto di Conte rispetto a Schlein – non esiterebbero a farsi lo sgambetto, se vincessero le elezioni, nel tentativo di spartirsi quote di potere”.

Con queste premesse, appare difficile ipotizzare un futuro per l’opposizione, che non riesce a mettere in difficoltà il Governo Meloni. Semmai è l’Esecutivo stesso a crearsi dei problemi da solo, quasi ad autosabotarsi, senza attendere che il centrosinistra compia qualche mossa significativa. (Public Policy)

@davidallegranti