Lo Spillo

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ROMA (Public Policy) – di Enrico Cisnetto – Talvolta, anche per le piccole cose serve un grande impegno. Appena insediata, la nuova presidenza dell’Unione europea ha lanciato il piano Juncker, un programma di investimenti che, nella sua ufficialità, mette a disposizione 21 miliardi in tre anni. Cifra che dovrebbe arrivare a “315 miliardi” (bum!) grazie a cofinanziamenti nazionali e investimenti privati.

Ora, sebbene sia evidente che questi calcoli sono aleatori e per quanto l’ammontare complessivo non sarebbe comunque così determinante – 315 miliardi in tre anni rappresentano solo lo 0,33% del Pil annuo dell’Eurozona – vista la totale assenza di politica industriale in Italia e il crollo verticale degli investimenti (dai 64 miliardi del 2008 ai 43,7 del 2013, -32%), non possiamo certo buttare alle ortiche, come in passato, questa occasione, per quanto piccola. Anzi, nella nostra condizione non dobbiamo lasciare nulla di intentato, non possiamo perdere nemmeno un centesimo.

Per questa ragione le parole usate ieri in audizione alla commissione Bilancio alla Camera dal presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, meritano assoluta attenzione e, soprattutto, il dovuto sostegno. Unico investitore istituzionale di rilievo rimasto, infatti, Cdp metterà a disposizione 8 miliardi (stessa cifra di Francia e Germania), per cofinanziare progetti a lungo termine (5 miliardi in infrastrutture e 3 per le pmi) in grado di garantire un discreto sostegno all’economia reale.

I fondi – ha sottolineato Bassanini – saranno condizionati a investimenti su progetti italiani, al rafforzamento delle connessioni energetiche tra i Paesi del sud Europa o alla creazione di una piattaforma internazionale per finanziare pmi e piccole infrastrutture con chiari requisiti. Bene, soprattutto perché era difficile ottenere che le garanzie Juncker fossero ripartite per paese a priori. “Per quello che ci riguarda il nostro apporto è per finanziare iniziative italiane“, ha dichiarato senza remore Bassanini, che ha trovato quindi la chiave giusta per sfruttare l’occasione e, per una volta, non andare in perdita. Ma attenzione: “Ci sono delle risposte che dovrà dare la politica, quindi il governo”, ha anche ammonito il presidente della Cdp.

È necessario, innanzitutto, evitare procedure burocratiche, senza dimenticare un vero e proprio sostegno alle attività programmate. “Il nostro lo abbiamo dato”, ha detto Bassanini alla Camera. La prossima settimana è atteso in audizione il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Aspettiamo con fiducia, e con un poco di ansia, il turno del governo. (Public Policy)

@ecisnetto