di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Mentre cresce l’attesa per il Cdm di lunedì, in cui il Governo varerà il Dpb (da inviare poi in Europa) e una prima bozza della manovra 2024 (che dovrebbe però vedere la luce materialmente tra il 20 ottobre e la fine del mese), gli uffici del Mef sono al lavoro anche sulle norme fiscali, che accompagneranno la legge di Bilancio.
Lunedì, infatti, dovrebbe essere presentato in Cdm anche il dl Fisco che accompagnerà, come di consueto, la manovra per assicurarne alcune coperture. Il dl dovrebbe includere anche le misure finanziate con il maggior deficit pari a 3,2 miliardi di euro per quest’anno autorizzato proprio ieri dal Parlamento e che finanzierà il conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per le pensioni 2024, misure per il personale della P.a. e per la gestione dei flussi migratori. Il decreto Fisco potrebbe poi contenere anche alcune sforbiciate a detrazioni fiscali per i redditi alti, il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance, e l’abolizione dell’acconto di novembre con la rateizzazione da gennaio a giugno 2024 per oltre 3 milioni di attività economiche, riprendendo una proposta di legge del presidente della X commissione della Camera, Alberto Gusmeroli (Lega), uno dei relatori della delega fiscale.
Proprio in materia di delega fiscale, secondo quanto apprende Public Policy, nel Governo si starebbe ipotizzando di introdurre la global minimum tax non per decreto bensì con un dlgs, appunto attuativo della delega. Si tratta della nuova imposta per i gruppi multinazionali di imprese, che scatterà dal primo gennaio in attuazione di una direttiva europea, che garantirebbe, a parziale copertura della manovra, un gettito stimato intorno ai 2-3 miliardi.
Per quanto riguarda la legge di Bilancio vera e propria, come detto, il testo non dovrebbe essere pronto e inviato in Parlamento prima del 20 ottobre, se non a fine mese (come d’altronde succede ogni anno). La dote dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 miliardi, comprensivi dei 15,7 di extra deficit che verranno riversati tutti sulla conferma del taglio del cuneo fiscale contributivo nel 2024 per i redditi fino a 35mila euro. Nella pancia della manovra dovrebbe poi finire l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef, misure per le famiglie numerose (con 3 o 4 figli), risorse per la sanità, per il rinnovo dei contratti della Pa, e forse – in materia di pensioni – la conferma di quota 103, il rinnovo di Ape sociale e Opzione donna con qualche ritocco. Dalla premier Giorgia Meloni l’appello alla maggioranza è stata chiara: in Parlamento pochi ritocchi (se non nessuno) perché spazi non ce ne sono. A tal punto che sarebbe al vaglio dei gruppi di FdI l’ipotesi di non presentare emendamenti. Cosa che sarà difficile pretendere però dai partiti alleati di maggioranza, FI in testa. (Public Policy)
@VioC