Mattarella bis, per salvare il soldato Draghi

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – E se la soluzione migliore, quella a costo zero, fosse la rielezione di Sergio Mattarella? I partiti non riescono a trovarsi d’accordo. Il Pd e il M5s non vogliono Berlusconi, e persino il centrodestra ha dei dubbi. Mario Draghi era partito troppo convinto, diciamo così, a dicembre, con quella sortita sul nonno a disposizione delle istituzioni, seminando il panico tra i leader politici e i parlamentari che temono il voto anticipato (e rallentando l’azione di governo per evitare scelte troppo divisive). Le cosiddette riserve della Repubblica iniziano a invecchiare. Giuliano Amato è un giovane del 1938. Quanto alle donne, al netto degli appelli, ci sono problemi di profilo. Non basta essere superstar nel proprio ambito per essere all’altezza di guidare un’istituzione come la presidenza della Repubblica (citofonare Marta Cartabia). In quota evergreen c’è pur sempre Pierferdinando Casini, che è relativamente giovane ed è eletto nel Pd, per intuizione dell’allora segretario Matteo Renzi che lo fece candidare a Bologna. Ma il centrodestra voterebbe Casini? L’alchimia istituzionale è complessa in una situazione del genere.

Al che si torna alla domanda iniziale: perché non Mattarella? In fondo il problema principale è pur sempre salvare il soldato Draghi. Non mancano certo i cortocircuiti: prima c’era da mandare Draghi al Quirinale per salvarlo dal temibile anno pre-elettorale, ora c’è da disturbare di nuovo Mattarella per salvare Draghi. C’è una ratio in questo zig zag politico istituzionale? Potrebbe essere questa: il presidente del Consiglio non potrebbe sopravvivere politicamente non solo a un altro anno, quello pre-elettorale appunto, ma non potrebbe neanche sopravvivere a un presidente della Repubblica con il quale non c’è sintonia. Questo Governo è nato sull’onda dell’emergenza sanitaria e sulla consapevolezza che si dovesse costruire un piano serio per incassare e gestire le risorse del Pnrr. C’era però anche un di più, nelle intenzioni di Draghi fin dal primo discorso ufficiale, durante il quale spiegò che c’era bisogno di rilanciare il Paese. Un programma così vasto che lasciava intendere la necessità di molto tempo a disposizione. Per questo, fino a poche settimane fa, c’era chi cercava soluzioni a un problema futuro ma concreto: come far proseguire l’attività politica di Mario Draghi anche oltre il 2023. Adesso quella prospettiva sembra essere persino rimessa in discussione, perché non sappiamo neanche se il presidente del Consiglio riuscirà a passare la nottata del 24 gennaio.

Per Enrico Letta, un Mattarella bis “sarebbe il massimo” e l’opzione piace anche dentro i 5 stelle. “Fermo restando la fiducia al capo politico e ai capigruppo di Camera e Senato, credo che la riconferma di Mattarella al Quirinale e la permanenza di Draghi a Palazzo Chigi è l’assetto che può dare sicurezza al nostro Paese per affrontare il  futuro”, ha detto giovedì sera la senatrice del M5s Simona Nocerino durante l’assemblea congiunta dei parlamentari a 5 stelle. Questo tandem è l’unico che, in questo momento storico così  delicato, può garantire stabilità politica per affrontare la nuova crisi e l’incertezza dovuta alla nuova ondata della pandemia”. “Questo Governo ha un lavoro da compiere, i cittadini chiedono stabilità. E se la stabilità significa avere Mattarella, noi dobbiamo proporre questo nome uniti, insieme,  sottoponendolo anche al voto degli iscritti. Una proposta che sta conquistando consensi sempre più larghi negli altri partiti”, ha detto un altro senatore del M5s, Primo Di Nicola. Non è la linea ufficiale del partito, che è diviso e alla ricerca di una proposta unitaria. Il suo leader è già stato smentito: ha proposto una donna e una parte dei suoi parlamentari, soprattutto al Senato, ha rilanciato con Sergio Mattarella. Insomma, Mattarella è un nome su cui potrebbero essere d’accordo tutti, manca solo il consenso del diretto interessato. (Public Policy) 

@davidallegranti

(foto Daniela Sala / Public Policy)