ROMA (Public Policy) – Il ministero dello Sviluppo economico “può dar conto delle perdite rilevate per l’export italiano nella Federazione russa: i dati mostrano che nel corso del 2014 l’export italiano in Russia è calato dell’11,6 per cento (diminuzione pari in termini assoluti ad una contrazione di oltre 1,2 miliardi di euro); nell’anno corrente si è ridotto nel corso del periodo gennaio/agosto 2015 – rispetto al corrispondente periodo del 2014 – del 28,6 per cento (flessione pari in termini assoluti a oltre 1,8 miliardi di euro)”.
Lo ha detto, rispondendo a un’interrogazione di Sel in commissione Attività produttive alla Camera, il viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. I deputati di Sinistra ecologia e libertà hanno chiesto conto al Mise delle “misure a favore delle imprese in difficoltà a causa dell’embargo imposto dalla Russia”.
“Quanto alle importazioni nel corso del 2014 l’import italiano dalla Russia è calato del 20 per cento (pari ad una riduzione di oltre 4 miliardi di euro); nel corso del periodo gennaio – agosto 2015 è invece sceso – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – del 16,9 per cento (decremento pari a oltre 1,9 miliardi di euro)”, ha spiegato ancora Calenda, specificando però che “questi numeri sono solo molto parzialmente effetto diretto delle sanzioni. Piuttosto la situazione dell’economia russa è in costante peggioramento da anni”.
È vero, le misure restrittive hanno inciso sulla contrazione dell’interscambio commerciale tra Italia e Russia, ma “il governo ha continuato a incoraggiare la collaborazione economica, compatibilmente alle restrizioni in atto, e l’esplorazione di forme innovative di partenariato”.
Per Calenda bisogna “considerare che il calo dell’interscambio, per quanto rilevante per alcuni settori produttivi, si inserisce in una fase espansiva per il commercio estero dell’Italia, che previsto in crescita del 5.6 per cento nel 2015 fino a superare il 6 per cento nel biennio 2016-2017″.
Dallo scorso febbraio, le nostre esportazioni all’interno dell’Unione europea “stanno conseguendo ogni mese – su base tendenziale – tassi di crescita positivi. A luglio l’export italiano, in ambito comunitario, è aumentato del 5,7 per cento, superando per la seconda volta in assoluto i 22 miliardi di euro. Complessivamente, nei primi sette mesi di quest’anno, il nostro Paese ha totalizzato un surplus della bilancia commerciale di 7,6 miliardi di euro verso l’Ue. Una situazione analoga all’Ue si riscontra andando ad analizzare i dati del commercio mondiale dell’Italia”.
Eccoli, quindi, i dati sul commercio mondiale italiano, elencati da Calenda: “A luglio, così come accade da febbraio 2015, le nostre esportazioni verso il mondo hanno registrato un tasso di crescita tendenziale molto positivo. In particolare, rispetto al corrispondente mese del 2014, le vendite di prodotti italiani nei mercati esteri hanno conosciuto un +6,3 per cento, totalizzando il flusso record di 41,1 miliardi di euro. A luglio quindi la nostra bilancia commerciale, per la prima volta in assoluto, ha superato la soglia degli 8 miliardi di euro”.
Nel complesso tra gennaio e luglio di quest’anno “le esportazioni italiane a livello internazionale sono cresciute del 5,2 per cento mentre le importazioni sono incrementate del 4,7 per cento. La principale conseguenza è stata quella di realizzare un avanzo record del saldo commerciale, pari a +26,5 miliardi di euro”.
Per quanto concerne il dettaglio merceologico, “ad esclusione del comparto energetico, l’export ha totalizzato, sempre su base tendenziale, tassi di crescita positivi in tutti i settori. Particolarmente favorevoli sono stati i risultati conseguiti nei comparti automobilistico (+34,8 per cento), elettronico (+11,8 per cento), farmaceutico (7,8 per cento), agricolo (+13,1 per cento) e alimentare (+6,6 per cento). Questi ultimi due settori stanno beneficiando sicuramente degli effetti positivi derivanti da Expo 2015“.
Per quanto concerne, infine, la destinazione dei nostri beni Calenda rileva, “durante i primi sette mesi dell’anno – una crescita delle nostre esportazioni in Asia, grazie anche agli ottimi risultati ottenuti in Medio Oriente (+13,4 per cento) e in India (+13,2 per cento), in Nord America, trascinata dall’entusiasmante +26,7 per cento conseguito negli Stati Uniti, in Africa sub-sahariana (+3,6 per cento) e in Oceania (+8 per cento). Di converso, nella cosiddetta Europa non comunitaria si sta assistendo ad un leggero rallentamento dell’export (-3 per cento), a causa proprio delle forti riduzioni totalizzate dalle vendite di nostri prodotti in Russia”. (Public Policy) GAV