(Public Policy) – Roma, 8 apr – Margaret Thatcher, morta
oggi all’età di 87 anni, era primo ministro inglese da
appena un mese, nel 1979, quando incontrò a Londra (il 15
giugno) il nostro Giulio Andreotti per discutere di “riforme
comunitarie”. Casualmente lo stesso motivo che porta in
questi giorni il leader conservatore, e premier britannico,
David Cameron, in visita in Francia, Spagna (oggi ha
incontrato Mariano Rajoy) e Germania per discutere di come
“riformare l’Unione europea”.
Nel 1979 si chiamava Cee (Comunità economica europea) e le
richieste non erano dissimili da quelle odierne (almeno per
quanto riguarda il versante italiano): “Una più equa e più
equilibrata politica agricola – si legge nell’articolo che
scrisse allora per La Stampa il corrispondente da Londra
Mario Ciriello – e un ridimensionamento dell’eccessivo
contributo di Londra e di Roma al bilancio dei Nove (oltre a
Italia e GB: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi
Bassi, Danimarca e Irlanda; Ndr)”.
Ciriello descrive quella che sarebbe diventata “Iron Lady”
come una donna che “sembra avere più gusto della sovrana”,
almeno in quanto a vestiario: “Sfoggiava (durante l’incontro
con Andreotti e il ministro degli Esteri Arnaldo Forlani;
Ndr) un perfetto Chanel color panna filettato di nero, che
ha raccolto l’approvazione delle ladies of the press, delle
giornaliste presenti alla scena”.
Le convergenze anglo-italiane sulla Pac erano allora,
secondo il corrispondente del quotidiano torinese,
“ragguardevoli”. Due le richieste di Andreotti e Thatcher:
“Un mandato alla commissione affinchè prepari una serie di
proposte […] e un atteggiamento più flessibile da parte
della Francia e della Germania”.
Un rapporto, quello tra i due leader, che negli anni si rivelò
complicato. In un’intervista rilasciata nel 1993 al Corriere
della sera, infatti, Iron Lady disse di Andreotti: Io e il signor
Andreotti non eravamo esattamente grandi amici…”.
Una conferma arriva anche dalle sue memorie, dove si legge:
“Sembrava (Andreotti; Ndr) nutrire una solida avversione nei confronti
dei principii e riteneva che qualsiasi uomo integro fosse
votato al ridicolo”.
Anche per quanto riguarda la posizione della Gran Bretagna
all’interno dell’Unione europea, la politica thatcheriana può
essere riassunta nei risultati ottenuti nel 1984, quando nel corso
dei negoziati sul bilancio europeo Iron Lady ottene il cosiddetto
“sconto britannico”, un ristorno dei contributi a favore
delle casse inglesi, affermando che le risorse che Londra versava
finivano per finanziare l’agricoltura francese.
GAV