ROMA (Public Policy) – “Analizzando i dati in nostro possesso, sono oltre un milione gli attuali nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza, corrispondenti a circa 2,5 milioni di persone coinvolte. A poco più di un anno dall’avvio, il numero di percettori complessivo rispecchia quello stimato dalla relazione tecnica” del dl istitutivo della misura. Lo ha detto la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, rispondendo in aula – giovedì mattina al Senato – a un’interrogazione a firma Lega.
“Al 29 febbraio 2020, risultano convocati presso i Centri per l’impiego 622.810 beneficiari. Quelli presenti alla prima convocazione sono stati 500.541, di cui 74.230 sono stati esonerati e 17.563 sono stati rinviati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale. I beneficiari che hanno sottoscritto il Patto per il lavoro o il Patto di servizio sono 316.486; di questi, 111.476 sono stati già convocati per un ulteriore colloquio e 65.302 hanno stipulato un contratto di lavoro. I nuclei familiari inviati ai servizi sociali, secondo gli ultimi dati disponibili – ha riportato Catalfo – sono 463.353, dei quali 130.490 sono già stati presi in carico dai servizi sociali dei Comuni malgrado la sospensione e 50mila sono coinvolti nella realizzazione del loro patto per l’inclusione. Con riguardo, poi, agli individui minorenni beneficiari della misura, in base ai dati aggiornati al 6 aprile 2020, risulta che sono in tutto 655.441, di cui 3.722 in nuclei esclusi dagli obblighi, 353.039 in nuclei inviati ai Centri per l’Impiego e 298.680 in nuclei inviati ai servizi sociali”.
“Nel breve termine, l’efficacia della misura va valutata in relazione alla capacità di preservare i diritti essenziali e la dignità della persona e del suo nucleo familiare garantendo ai percettori, oltre al sostegno economico, anche un insieme di servizi di accompagnamento e supporto all’inclusione sociale e lavorativa, favorendo la capacità autonoma di contribuire alla propria comunità ed impedendo la trasmissione intergenerazionale della povertà. Al riguardo – ha continuato la ministra – si sottolinea che circa la metà dei nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza tenuti agli obblighi di attivazione viene indirizzato ai servizi dei Comuni competenti in materia di contrasto alla povertà, essendo composti da individuai distanti da molto tempo dal mercato del lavoro, ai fini della definizione di un patto per l’inclusione sociale”.
Il ministero del lavoro “si è dotato di una Piattaforma per la gestione del reddito di cittadinanza, di cui è parte la Piattaforma per la gestione dei patti per l’inclusione sociale sulla quale devono accreditarsi tutti gli ambiti territoriali al fine di registrare gli operatori dei servizi sociali coinvolti nella presa in carico dei beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi sociali, nonché gli operatori responsabili per i controlli dei requisiti di residenza e soggiorno. Ad oggi, tutti gli ambiti territoriali sono accreditati e risultano registrati in Piattaforma 11.550 operatori dei servizi sociali e 17.654 operatori per la verifica dei controlli dei requisiti di residenza e soggiorno”, ha ancora detto la ministra.
“Gli interventi di rafforzamento dei Centri per l’Impiego e dei Servizi competenti in materia di contrasto alla povertà per la predisposizione dei Patti per il lavoro e dei Patti per l’inclusione sociale sono ancora in fase di implementazione. Prima dell’inizio della pandemia, le Regioni avevano bandito o stavano procedendo a bandire concorsi per l’assunzione di 11.600 operatori nei Centri per l’impiego nel triennio 2019/2021. Tale potenziamento della dotazione organica dei Cpi è stato temporaneamente sospeso a causa dell’emergenza Covid-19 a cui è stata collegata anche la parziale sospensione degli obblighi di condizionalità”, ha concluso Catalfo.