Pac, 13 Stati Ue bocciano la proposta portoghese

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BRUXELLES (Public Policy / Policy Europe) – Contemplare nella Pac, la Politica agricola comune, un pilastro sociale attraverso un rafforzamento dei Servizi di consulenza agricola (Fas) e una valutazione da parte della Commissione europea. A chiederlo sono 13 Stati membri, in un documento di lavoro della settimana scorsa destinato al Comitato speciale per l’agricoltura, l’organo amministrativo che prepara i lavori e i compiti del Consiglio Ue in materia di agricoltura.

Nel documento i 13 paesi (Austria, nel ruolo di capofila, e Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Malta, Romania e Slovacchia) bocciano una precedente proposta della presidenza portoghese del Consiglio Ue, che per ottenere lo stesso obiettivo – ovvero inserire nella Pac un pilastro sociale per la tutela dei diritti dei lavoratori – aveva previsto tre possibilità: prevedere un collegamento diretto tra il rispetto delle normative nazionali sui diritti sociali e i pagamenti della Pac; inserire il tema nei criteri per la redazione dei Piani strategici nazionali; attraverso un richiamo all’attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Riguardo la prima opzione, i 13 Paesi Ue – attraverso le proprie delegazioni – evidenziano come “la Pac non è il giusto quadro giuridico per attuare i diritti sociali dei lavoratori o infrazioni“. I 13 Paesi evidenziano poi come le differenze tra legislazioni nazionali nel campo dei diritti sociali potrebbero causare – con il meccanismo ipotizzato dalla presidenza – “riduzioni dei pagamenti o la sospensione dei pagamenti”, con una conseguente “distorsione della concorrenza” e un aumento di burocrazia e oneri amministrativi.

Per quanto riguarda la seconda opzione, i 13 Paesi Ue sostengono come i Piani strategici nazionali “affronteranno già la dimensione sociale dell’agricoltura e delle zone rurali, in particolare per quanto riguarda le condizioni di lavoro e la situazione sociale nelle zone rurali in generale. Tuttavia – si legge – “la Pac non è progettata per coprire le questioni politico sociali su scala più ampia, poiché il mix di misure nei piani strategici della Pac non è sufficiente a rispecchiare pienamente le esigenze sociali o a sostituire la legislazione e gli strumenti nazionali esistenti sulle condizioni di lavoro”. Infine, riguardo alla terza opzione, per i 13 Stati membri “non è chiaro in che modo i piani strategici della Pac affronterebbero specificamente questioni sociali come le condizioni di lavoro e come potrebbe esserci un potenziale follow-up in questo contesto”.

In alternativa, i 13 Paesi Ue propongono quindi un rafforzamento dei Servizi di consulenza agricola (Fas), tenendo conto delle linee guida per i lavoratori dell’agricoltura dell’Agenzia dell’Ue per la salute e la sicurezza sul lavoro. La successiva valutazione avverrebbe, da parte della Commissione, dopo tre anni dalla implementazione dei Piani strategici nazionali, con una successiva relazione di sintesi al Parlamento e al Consiglio Ue, i quali valuteranno se sono necessarie ulteriori azioni.

“Un tale approccio – si legge nel documento – garantirebbe un monitoraggio delle azioni intraprese al fine di garantire l’attuazione della normativa pertinente. La valutazione sarebbe utile anche per valutare meglio l’impatto per qualsiasi ulteriore azione”. (Public Policy / Policy Europe) NAF