Parlamento, i decreti da esaminare nel 2014 e quelli ancora non conclusi

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ROMA (Public Policy) – Sono cinque i decreti varati dal Governo Letta che dovranno ricevere, a partire da gennaio 2014, il via libera del Parlamento: due (il dl Terra dei fuochi e il dl Imu-Bankitalia) all’esame di Camera e Senato e altri tre che ancora non sono stati pubblicati in Gazzetta ufficiale. Quindi dovranno essere assegnati alle Camere, nelle prossime settime, il nuovo decreto Carceri, varato il 17 dicembre scorso, il decreto Finanziamento pubblico ai partiti e ‘Destinazione Italia‘ (entrambi varati dal Consiglio dei ministri il 13 dicembre).

Imu-Bankitalia – Il provvedimento (stop al pagamento della seconda rata Imu sulla prima casa e rivalutazione delle quote di Bankitalia fissata a un valore di 7,5 miliardi di euro) è approdato nella commissione Finanze al Senato il 3 dicembre scorso ed è stato licenziato dalla commissione il 18 dicembre. Il decreto, che dovrà essere esaminato anche dalla Camera, scade il 29 gennaio 2014. L’esame del provvedimento in Aula slitta a mercoledì 8 gennaio, come deciso dall’ultima conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Fra le novità apportate la modifica del tetto delle quote massime di Bankitalia detenibili direttamente o indirettamente, che passano dal 5 al 3%. Il periodo transitorio passa da 24 a 36 mesi. Specificata poi ‘l’italianità’ dei quotisti.

Terra dei fuochi – Il decreto dal 17 dicembre è all’esame della commissione Ambiente della Camera e dovrà essere convertito in legge dal Senato entro l’8 febbraio, giorno di scadenza. Il provvedimento – ‘recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali’ – introduce nel nostro ordinamento il reato di combustione illecita di rifiuti e stanzia 3 milioni di euro in più per il monitoraggio delle aree potenzialmente inquinate della Regione Campania. E ancora, il provvedimento istituisce un Comitato interminiteriale per il monitoraggio della Terra dei fuochi. Tra le misure contenute nel provvedimento ci sono anche alcune norme che riguardano l’Ilva di Taranto. Quindi stop alle sanzioni per le aziende commissariate che rispettano le prescrizioni del piano ambientale e industriale (previste dal decreto Salva Ilva) e utilizzo delle risorse finanziarie personali del proprietario dell’impresa commissariata per il risanamento ambientale, previsto dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale).

Carceri: da rimpatrio immigrati a sconto pena – Con l’agenda 2014, il Parlamento sarà chiamato a esaminare a gennaio gli ultimi tre decreti varati dal Governo, tra i quali il nuovo dl per fronteggiare l’emergenza carceraria. Il decreto, a firma della ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri, prevede, tra le altre cose, misure per il reinserimento dei tossicodipendenti detenuti e per rimpatriare i migranti, l’aumento dei giorni di ‘sconto’ per ogni semestre di pena espiata e la creazione del garante nazionale dei detenuti. Il decreto è stato presentato – si legge nel comunicato di palazzo Madama – ‘con l’obiettivo di diminuire, in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere’. Tale obiettivo viene perseguito ‘attraverso misure dirette ad incidere sia sui flussi di ingresso negli istituti di pena (con un intervento ‘chirurgico’ in materia di piccolo spaccio di stupefacenti)’, che su quelli di uscita dal circuito penitenziario: quindi viene estesa la possibilità di accesso all’affidamento in prova al servizio sociale, sia ordinario che terapeutico; viene ampliata a 75 giorni per ciascun semestre la riduzione per la liberazione anticipata, in un arco di tempo compreso tra il 1° gennaio 2010 e dicembre 2015. E ancora: viene stabilizzato l’istituto della esecuzione della pena presso il domicilio.

Stop al finanziamento pubblico ai partiti – Tra i provvedimenti su cui sarà impegnato il Parlamento – a partire da gennaio – c’è anche il decreto che riforma il meccanismo del finanziamento pubblico ai partiti. Il Consiglio dei ministri, il 13 dicembre, ha modificato il testo del disegno di legge sul finanziamento pubblico già approvato alla Camera il 16 ottobre scorso, trasformandolo in un decreto.

Il testo completo del decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, quindi in questi giorni ci sono state alcune discussioni su cosa contenga davvero e su quanto sia diverso dal testo che aveva approvato la Camera. Il finanziamento pubblico – che formalmente è un ‘rimborso elettorale’ – viene abolito, anche se non immediatamente. Nel 2014 i fondi erogati ai partiti saranno tagliati del 60 per cento, nel 2015 del 50 per cento e nel 2016 del 40 per cento. Dal 2017 questo tipo di finanziamenti saranno completamente aboliti. A partire dalla dichiarazione dei redditi del giugno 2015, gli italiani potranno decidere di versare il due per mille della loro imposta sul reddito ai partiti. I soldi di chi non deciderà di versare il due per mille ai partiti andrà allo Stato. Non sarà insomma diviso in proporzione come avviene per l’8 per mille destinato alle confessioni religiose (dove, se il 60% di chi decide di versare i soldi viene dato alla Chiesa Cattolica, questa riceve anche il 60% di chi non ha optato per nessuno). Sarà possibile fare anche donazioni dirette ai partiti. I privati potranno donare fino a 300 mila euro l’anno, con una detrazione pari al 52% per le donazioni tra i 500 e i 5mila euro e con una detrazione del 26% per gli importi fino ai 20mila euro. Le persone giuridiche, cioè le società e gli enti, potranno dare fino a 100mila euro l’anno.

Destinazione Italia – Ricerca, Rc auto, energia, accesso al credito, innovazione digitale, bonifiche industriali, internazionalizzazione, opere pubbliche. Sono i principali temi presenti nel pacchetto sviluppo approvato il 13 dicembre dal Consiglio dei ministri. Con il pacchetto è stato confermato lo schema del decreto ‘Destinazione Italia‘. Con il provvedimento, non ancora in Gazzetta ufficiale, arriva un taglio alle bollette elettriche pari a 850 milioni di euro. Ma non solo, perché il dl prevede anche misure per favorire i mini bond per aziende che vogliono rifinanziarsi. Sono inoltre previste norme per defiscalizzare e semplificare l’emissione di titoli. L’obiettivo – ha riferito il ministro dello Sviluppo economiaco Flavio Zanonato – è mobilitare progressivamente fino a 20 miliardi di euro di credito aggiuntivo, con scarsi oneri per la finanza pubblica (4 milioni annui). Previsto un credito di imposta al 50% per i nuovi investimenti in ricerca e sviluppo. Il meccanismo varrà per investimenti da un minimo di 50 mila euro, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro. E ancora: sul fronte delle esportazioni, queste saranno incentivate con un progetto complessivo che prevede il rifinanziamento dell’attività di promozione dell’Ice per 22 milioni di euro (nel 2014), l’estensione degli orari di apertura delle dogane e l’ampliamento dei consorzi per l’internazionalizzazione delle imprese agricole. Per consentire l’accesso dei grandi progetti di innovazione industriale ai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti (Bce), viene previsto un fondo di garanzia di 100 milioni di euro annui.

I decreti legge a Montecitorio – Secondo quanto si legge nel dossier ‘Attività della Camera dei deputati nei 9 mesi di legislatura’ (dal 15 marzo al 15 dicembre 2013), diffuso nei giorni scorsi, i primi nove mesi della legislatura hanno visto la Camera impegnata nella conversione di 20 decreti legge (3 dei quali ancora in corso). Tre dl sono stati presentati dal governo Monti e 17 del governo Letta. Tutti i dl sono stati convertiti con modificazioni. Entrambi i governi hanno visto decadere un proprio dl. Il decreto legge Fare è quello che ha impegnato di più la Camera con 53 ore di attività, Femminicidio 18 ore e 53 minuti, dl Lavoro-Iva 16 ore, dl Imu 15 ore e 12 minuti, debiti Pa ha di poco superato le 13 ore, il dl Ilva le 12. Il dl Sanità è stato approvato in appena 5 ore. (Public Policy) SOR