Protezione civile, cosa prevede la riforma all’esame del Senato

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di Fabio Napoli

ROMA (Public Policy) – In queste ore la Protezione civile è sicuramente uno dei soggetti più attivi nel prestare soccorso alla popolazione colpita dal terremoto nel centro Italia. Il tema della riforma della Protezione civile è entrato più di una volta nel dibattito parlamentare. Attualmente le commissioni Affari costituzionali e Ambiente del Senato sono impegnate proprio con l’esame del ddl delega per la riforma del sistema, già approvato lo scorso settembre dalla Camera.

Il testo all’esame di Palazzo Madama è frutto di tre proposte di legge presentate dal Pd, da Alternativa libera e da Si-Sel. Le due commissioni hanno concluso il giro di audizioni e i gruppi parlamentari – a luglio – hanno depositato le proposte di modifica. In sintesi, il ddl prevedere l’emanazione di uno o più decreti legislativi di “ricognizione, riordino, coordinamento, modifica e integrazione” delle disposizioni legislative vigenti che disciplinano il Servizio nazionale della protezione civile e le relative funzioni, nel rispetto dei principi e delle norme costituzionali, delle norme dell’Unione Europea e in base al principio di leale collaborazione e di sussidiarietà.

La Protezione civile viene definita “come insieme delle attività volte a tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi naturali o di origine antropica, articolate in attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi connessi con i medesimi eventi calamitosi, di pianificazione e gestione delle emergenze, nonché di coordinamento delle misure da attuare”.

Tra le altre cose i dlgs dovranno prevedere ad assicurare il coordinamento e la coerenza terminologica in materia di protezione civile nel rispetto de: l’identificazione delle tipologie dei rischi per i quali si esplica l’azione di protezione civile; una più efficace ed effettiva attribuzione delle connesse responsabilità gestionali ed amministrative; il raccordo delle attività di pianificazione in materia di protezione civile svolte ai diversi livelli con quelle di valutazione ambientale e di pianificazione territoriale nei diversi ambiti e di pianificazione strategica. E ancora: l’omogeneizzazione, su base nazionale, delle terminologie e dei codici convenzionali adottati dal Servizio nazionale della protezione civile per classificare e per gestire le diverse attività di protezione civile (compresi gli aspetti relativi alla comunicazione del rischio), anche in relazione alla redazione dei piani di protezione civile, nel rispetto dell’autonomia organizzativa delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano; l’individuazione dei livelli degli effetti determinati dagli eventi calamitosi, per giungere al riconoscimento ed all’erogazione secondo metodologie appropriate, di forme di agevolazione o ristoro omogenee sul territorio nazionale.

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NAF