di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – “È vero che ho fatto alcune invettive, ma, come indica il resoconto verbale, all’indirizzo di nessuno, invettive in astratto, che richiamano, fra l’altro, in termini che non voglio ripetere, l’asse ideologico del Movimento 5 stelle, noto anche come Movimento del ‘vaffa’, e che, quindi, quella non può essere ritenuta altro che una forma di omaggio al fondatore del Movimento, che è il comico Grillo”.
“Voglio aggiungere che mi viene attribuito, senza indirizzarlo a nessuno, un termine che io non ho detto: il termine è ‘troia’. Io ho detto ‘trojan’ e mi pare perfettamente legittimo fare riferimento a quello strumento illiberale che ha portato a registrazioni, fra le quali quelle che riguardano Palamara. Quindi, contestualmente, l’una parola ha a che fare con il Movimento 5 stelle, l’altra non è quella che ho pronunciato e si può verificare al confronto fra la registrazione audiovisiva e il resoconto stenografico, fatto da chi, evidentemente, non ha sentito completamente le parole. Ho testimoni anche alcuni che hanno sentito ‘trojan’ e non ‘troia’ e questo mi sembrava dovesse rimanere agli atti come testimonianza della verità di un momento per me di straordinaria euforia, ma non per la democrazia, bensì per lo spettacolo e per l’arte” (Vittorio Sgarbi, 30 giugno 2020, Camera dei deputati).
Ora, io vorrei aggiungere una cosa, vorrei la aggiungessimo in tanti. Ma poi sarebbe inteso come un omaggio a Beppe Grillo, e dunque meglio di no. (Public Policy)
@VillaTelesio