Resocónto

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ROMA (Public Policy) – di Gaetano Veninata – Kaurismäki, Eliogabalo, Adriano, Antino e Nerone. Settimana di richiami culturali elevati (il regista de “L’uomo senza passato”) e riferimenti a personaggi storici di un certo spessore (nessuno tocchi Eliogabalo, direbbe Artaud).

Eh sì, è questo il nostro Parlamento, mica siamo qui a lodare i cinepanettoni.

Andiamo con ordine. A citare il regista finlandese è Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, durante un’audizione in commissione Istruzione al Senato sulla riforma del sistema cinematografico, lanciandosi in un temerario (lo sappiamo, provocatorio) “prima dei film di Kaurismäki la Finlandia non esisteva”. E allora ci immaginiamo i commissari ad accennare con la testa fra di loro, a dire “eh beh sì, ha ragione, grandissimo Caurismachi”.

Non bastasse il cinema ci aggiungiamo un po’ di storia. Come tutti voi – volenti o nolenti – saprete, è iniziata la discussione generale sulle unioni civili, a Palazzo Madama.

L’occasione giusta , secondo il senatore Andrea Augello (Gal) per invitare Monica Cirinnà (madre del ddl) a una passeggiata al Pincio: “Le mostrerò l’obelisco dedicato dall’imperatore Adriano al suo amante Antino, il quale fu addirittura divinizzato e a lui fu dedicata, a spese dell’erario, la costruzione di una città sulle rive del Nilo, nelle cui acque Antino era annegato. Tuttavia, collega Cirinnà, non si sognò mai l’imperatore Adriano di introdurre il matrimonio fra omosessuali nel diritto romano, e non perché quella cultura considerasse negativamente l’unione tra omosessuali, ma perché il matrimonium nasce e poi si sviluppa nella civiltà occidentale nell’idea che vada tutelato, attraverso il favor familiae e altri elementi, un principio di base che riproduce e proietta all’infinito la cultura e la storia della società che esprime quella famiglia”.

Augello prosegue nel suo excursus storico: “Questo fondamentalmente è il nodo della questione: il matrimonium è strettamente legato al principio della procreazione tra sessi diversi, altrimenti questo problema sarebbe stato affrontato e risolto prima. Per la verità c’è qualche precedente, nel senso che almeno due imperatori romani sposarono un uomo, ma – ahinoi – uno era Nerone e l’altro era Eliogabalo, entrambi condannati alla damnatio memoriae e, quindi, forse è anche probabile che quei matrimoni non siano mai avvenuti, e comunque non dispiegarono effetti sugli assi ereditari”.

A questo punto ci immaginiamo l’intervento di Artaud, autore nel 1934 di un delizioso volumetto, “Eliogabalo o l’anarchico incoronato”: “Eliogabalo, giunto a Roma, caccia dal Senato gli uomini e pone le donne alloro posto. Per i romani questa è anarchia, ma per la religione dei mestrui, che ha fondata la porpora tiria, e per Eliogabalo che l’applica, non vi è in questo che un ristabilire l’equilibrio, un ritorno ragionato alla legge, poiché è alla donna, la nata prima, la prima giunta nell’ordine cosmico che tocca fare le leggi”. (Public Policy)

@VillaTelesio