di Fabio Napoli
ROMA (Public Policy) – Riforma della Governance delle aree protette; istituzione di un prelievo sulle attività ambientalmente impattanti; più risorse e revisione delle sanzioni previste; divieto di nuove trivelle; Valutazione ambientale strategica nel piano parco e nulla osta unico.
Sono alcune delle novità introdotte dal ddl di riforma delle legge quadro sulle aree protette – la 394 del 1991 – che l’aula della Camera ha approvato in seconda lettura parlamentare. Il provvedimento adesso dovrà tornare all’esame del Senato.
Tante le modifiche apportate nel corso di questa lettura. Per esempio è stato introdotto un divieto di nuove attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio dei parchi e nelle aree contigue. Il prelievo sulle attività ambientalmente impattanti – le cosiddette royalties – è diventato una tantum con un aggancio al pagamento dei servizi ecosistemici a partire dal secondo anno di applicazione. Introdotto un prelievo anche sugli impianti di imbottigliamento di acque minerali.
Istituito poi il sistema delle aree marine protette con un sistema di finanziamento triennale ed un occhio di riguardo per le aree marine e regionali. Rispetto al contestato tema della governance è stato specificato che sia il presidente che il direttore del parco dovranno avere anche delle competenze ambientali.
Prevista inoltre la non applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, sulla esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, per le violazioni previste dalla legge quadro.
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