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RIFORME: GIORGETTI (LEGA) PRESENTA PDL PER ISTITUIRE LE MACROREGIONI

11 Giugno 2013
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    RIFORME: GIORGETTI (LEGA) PRESENTA PDL PER ISTITUIRE LE MACROREGIONI

    (Public Policy) – Roma, 10 giu – Riforma del Titolo V della
    Costituzione con l’istituzione di Macroregioni.
    È quanto prevede la proposta di legge costituzionale
    presentata dal capogruppo della Lega Nord alla Camera dei
    deputati Giancarlo Giorgetti.

    La proposta (Ac 758) è stata recentemente depositata e
    pubblicata sul sito della Camera. L’obiettivo è quello di
    realizzare, come si legge nella relazione, “la riforma reale
    del ‘sistema Stato’ in un’ottica federalista“.

    “Una riforma necessaria – scrive il capogruppo – non solo
    per ridisegnare l’organizzazione del sistema politico del
    nostro Paese, ma soprattutto per gettare le fondamenta per
    una nuova Europa: l’Europa delle regioni e dei popoli“, in
    contrapposizione a quella di oggi: “Una costruzione senza
    identità, scarsamente democratica, macchinosa e spesso
    incomprensibile per i cittadini, un modello che esaspera gli
    aspetti negativi dello Stato centralizzato, senza dare
    risposte tangibili alle richieste che vengono dalle
    periferie. Un’Europa con un’impronta prettamente
    economicista che ha introdotto la moneta unica prima ancora
    di aver raggiunto una sufficiente omogeneità culturale,
    politica, sociale ed economica”.

    “L’Unione europea – prosegue Giorgetti nel documento –
    sembra ormai non porre più limiti al proprio potere di
    intromissione nelle decisioni interne di ciascuno Stato
    sovrano bel al di là delle effettive competenze autorizzate
    dai trattati”.

    Il migliore strumento per recuperare un’idea di Europa in
    grado di rifondare l’unità politica del Vecchio Continente è
    la creazione di Macroregioni: “Un’Europa davvero unita dal
    basso a partire dalle realtà locali e territoriali”.

    Giorgetti sottolinea i
    limiti della riforma del Titolo V realizzata nel 2000. Una
    riforma che “ha creato problemi di interpretazioni
    aumentando il contenzioso tra Stato e Regioni con numerosi
    ricorsi alla Corte Costituzionale“; l’esponente leghista
    affronta anche il tentativo di riformare il bicameralismo
    paritario con l’istituzione del Senato federale, la
    riduzione dei parlamentari, la realizzazione della
    devoluzione, poi bocciato dal referendum. Secondo Giorgetti
    con il “federalismo fiscale è stato avviato un cambiamento
    epocale che non potrà mai avere piena attuazione se non vi
    sarà la riforma istituzionale della Repubblica in senso
    federale. L’idea di una macroregione del nord che si
    configuri come una federazione infraregionale sul piano
    interno ha una lunga storia politica”.

    Nella relazione, Giorgetti cita i saggi di Giancarlo
    Miglio, del politologo Robert Putnam “le tradizioni civiche
    nelle regioni italiane” a sostegno della tesi secondo cui la
    diversità delle regioni del Nord rispetto al Mezzogiorno
    affonda nella storia e nelle libertà civiche del XII secolo.

    Per Giorgetti le Macroregioni sono il vero antidoto alla
    crisi economica e alle perverse dinamiche della
    globalizzazione. La pdl modifica gli articoli 116, 117, 119 della
    Costituzione
    .

    Nell’istituzione delle Macroregioni s’individua il percosro
    migliore per consentire a territori regionali omogenei di
    scegliere di collaborare nella gestione di funzioni
    attualmente a carico dello Stato centrale.
    Con l’articolo 1 la legge dello Stato ratifica
    l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari
    di autonomia alle Regioni che abbiano istituito una
    macroregione e garantisce loro l’integrale finanziamento
    delle funzioni attribuite.

    L’articolo 2 prevede che ciascuna Regione, comprese quelle
    a statuto speciale, può con propria legge e senza onori
    aggiuntivi per la finanzia pubblica, deliberare intese
    federative con altri Regioni, che prevedano l’istituzione di
    una Macroregione, l’individuazione dei relativi organi
    comuni, la definizione del loro ordinamento e
    l’individuazione delle ulteriori forme e condizioni
    particolari di autonomia che intendono assumere.

    La legge regionale è sempre
    sottoposta al referendum popolare e non è promulgata se non
    è approvata con la maggioranza dei voti validi espressi
    nella consultazione referendaria. La legge produce effetti
    se l’approvazione del referendum è ottenuta con la
    maggioranza dei voti validi in ciascuna delle Regioni
    costituenti la Macroregione.

    Al terzo articolo si precisa che “nelle Macroregioni le
    risorse non possono essere inferiori al 75% del gettito
    tributario complessivo degli enti di cui all’articolo 114
    prodotto nei relativi territori”.

    Si tratta di un parametro preciso che individua le risorse
    che dovranno restare ai territori che hanno generato il
    gettito tributario. Con questa legge le Macroregioni avranno
    garantito la permanenza sul territorio di almeno il 75% del
    gettito tributario generato in loco. A legislazione vigente,
    i 196 miliardi di euro prodotti come gettito tributario
    (2010) dalla Lombardia, Veneto e Piemone, soltanto il 35%
    resta nel territorio (circa 70 miliardi) mentre tutto il
    resto va allo Stato centrale che poi redistribuisce verso
    Regioni che generano più spesa, come la Campania, la Puglia,
    la Sicilia, il Molise, la Sardegna, la Basilicata, la Valle
    d’Aosta e la Calabria
    . Con la riforma delle Macroregioni 147
    miliardi resterebbero alla Lombardia, al Veneto e al
    Piemonte
    .

    L’articolo 4, l’ultimo, prevede che entro sei mesi
    dall’entrata in vigore della legge, siano individuate, con
    legge dello Stato, le funzioni amministrative che rimangono
    attribuite allo Stato nelle materie previste dall’articolo
    117, secondo comma della Costituzione, e attribuisce le
    restanti funzioni ai Comuni, alle Province e alle Regioni
    insieme con le relative risorse strumentali, umane e
    finanziarie sulla base dei princìpi di sussidiarietà,
    differenziazione e adeguatezza. Decorso tale termine le
    funzioni e le relative risorse sono comunque attribuite ai
    Comuni con decreto del presidente del Consiglio dei
    ministri. (Public Policy)

    SAF

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      Redazione Public Policy: via del Tritone 132, Roma 00187; Tel. 06.69413297
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