SENATO, EMENDAMENTI DI ICHINO (PD) VERSO UN FREEDOM INFORMATION ACT ITALIANO

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(Public Policy) – Roma, 22 nov – La pubblicazione online
degli organici e di tutti i mandati di pagamento dei gruppi
parlamentari. Lo prevedono due emendamenti (approvati in
Aula) del senatore Pd Pietro Ichino, al testo del
provvedimento che modifica il regolamento di Palazzo Madama
in materia di contributi destinati ai gruppi parlamentari
(con il voto favorevole di Pd, Udc, Idv, Lega e di una parte
dei senatori del Pdl).

Il provvedimento ha avuto ieri il via libera dall’Aula, con
250 sì, 1 no e 5 astenuti.

L’EMENDAMENTO ALL’ARTICOLO 1
“Il regolamento individua le forme di pubblicità dei
documenti relativi all’organizzazione interna del Gruppo,
ferma restando in ogni caso la pubblicazione online, sul
sito internet del gruppo accessibile senza restrizione
alcuna, delle informazioni circa l’inquadramento, la
qualifica e le mansioni specificamente assegnate e la sede
ordinaria di lavoro, relative a ciascun posto di lavoro alle
dipendenze del gruppo”.

L’EMENDAMENTO ALL’ARTICOLO 3
“Ciascun gruppo è tenuto a pubblicare online, sul proprio
sito internet accessibile senza restrizione alcuna, ciascun
mandato di pagamento, assegno o bonifico bancario, con la
sola eccezione di quelli relativi alle retribuzioni
ordinarie del personale dipendente. In riferimento a ciascun
pagamento devono essere indicate le generalità del
percipiente e il motivo dell’erogazione”.

“Devono essere altresì resi disponibili, mediante
pubblicazione online di copia dell’originale e immediato
collegamento a essa reperibile online in corrispondenza del
mandato di pagamento, la relativa fattura, ricevuta o
scontrino fiscale, nonché l’eventuale testo scritto del
contratto del quale il pagamento costituisca
adempimento”.

LE PAROLE DI ICHINO IN AULA
“Per avere chiaro che cosa ciò significhi sul piano pratico
– ha detto il giuslavorista – consideriamo che, se questa
regola fosse stata in vigore negli ultimi anni, non sarebbe
stato neppure pensabile l’acquisto dei diamanti da parte di
Belsito (ex tesoriere della Lega Nord; NdR), dei Suv da
parte di Fiorito (ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio;
NdR), delle ville da parte di Lusi (ex tesoriere Margherita;
NdR), oppure giocare alla lippa i soldi pubblici del
finanziamento ai gruppi come nel caso di Maruccio (ex
capogruppo Idv alla Regione Lazio; NdR)”.

“Se intendiamo dare un segnale forte […] dobbiamo
adottare anche in Italia il principio dei Freedom of
information act. Nei Paesi in cui queste leggi sono in
vigore è stata istituita un’unica autorità garante, posta a
garanzia al tempo stesso della privacy, come tutela della
persona fisica, e della trasparenza totale, in riferimento
alla cosa pubblica. Lo stesso garante è arbitro del confine
che divide i campi di applicazione dei due princìpi,
peraltro molto facilmente individuabile […] noi dobbiamo
introdurre questo principio in tutte le amministrazioni
pubbliche italiane”.

COS’È IL FREEDOM OF INFORMATION ACT (FOIA)
Il Freedom of information act (Foia) è una legge sulla
libertà di informazione, emanata negli Stati Uniti il 4
luglio 1966 dal successore di John Fitzgerald Kennedy, il
presidente Lyndon B. Johnson, che impone alle
amministrazioni pubbliche una serie di regole per permettere
a chiunque di sapere come opera il Governo federale,
comprendendo l’accesso totale o parziale a documenti
classificati.

È stata emendata due volte: nel 1974 con il Privacy Act,
per conciliare il diritto di cronaca con quello alla
privacy; e nel 1996, per normare l’accesso ai documenti
elettronici (e-Foia). (Public Policy)

GAV