Parlamento e unioni civili: fine delle vacanze

0

ROMA (Public Policy) – Il Parlamento torna a lavoro. In settimana, mercoledì 2 settembre, si riunisce la commissione Giustizia al Senato: alle 10,30 è previsto l’ufficio di presidenza per la programmazione dei lavori, mentre alle 11,15, in referente, è in odg l’esame di molti ddl, tra cui: Prescrizione del reato, Contrasto all’omofobia e alla transfobia, Tribunale della famiglia, Magistratura onoraria, Amnistia e indulto, Concorso esterno in associazione mafiosa, Affidamento condiviso, Divorzio diretto, Modifica in materia di provvedimento d’urgenza a tutela dei minori.

Sarà, però il ddl Unioni civili, al centro dei lavori della commissione che, come specifica il calendario, si protrarranno per l’intera giornata salvo l’interruzione per il pranzo.

Il testo base, all’esame della commissione Giustizia al Senato, è stato approvato il 26 marzo 2015 (con i voti di Pd e M5s), rimanendo a lungo fermo in commissione. Il rallentamento ha sostanzialmente due cause: una forte opposizione di Area popolare, il partito di minoranza della coalizione di governo (e in particolare del senatore Carlo Giovanardi) e un lungo (e mai concluso) dibattito interno al Partito democratico, soprattutto nella componente cattolica.

Nei mesi scorsi sono stati presentati inizialmente 4.200 emendamenti, di cui poco meno di 3mila dal Nuovo centrodestra (e 282 solo a firma Giovanardi). Successivamente il presidente della commissione, Francesco Nitto Palma (FI), ha dichiarato ammissibili circa mille emendamenti, a cui si sono aggiunti i circa 800 subemendamenti alle nuove proposte della relatrice.

Le votazioni sono iniziate alla fine di luglio e poi rimandate a settembre visto il duro ostruzionismo in commissione di Area popolare e Forza Italia. Sul tema è intervenuto la scorsa settimana anche il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, spiegando che “non esiste nessuna novità in materia, né alcuna possibilità di procedere a significative variazioni del testo base. Questo per il semplice motivo – ha detto – che il lavoro del legislatore non potrà discostarsi dalle puntuali condizioni poste dalla Corte Costituzionale sull’argomento, con la sentenza 138/2010”.

“Da mesi un gruppo di dirigenti nazionali del Partito democratico, tra cui il senatore Giorgio Tonini – ha aggiunto Scalfarotto – sta infatti lavorando su uno schema che doverosamente non si discosta da quanto stabilito dalla Consulta e che conviene brevemente riassumere nell’impossibilità di estendere il matrimonio alle coppie omosessuali. Saranno le Unioni civili a conferire loro diritti, non solo individuali, ma di coppia, trattandosi di formazioni sociali riconosciute e protette dall’articolo 2 della Costituzione”.

Per il sottosegretario “il Partito democratico resta inoltre ovviamente legato alla piattaforma congressuale che ha portato Matteo Renzi alla segreteria nazionale del partito con il 70% dei suffragi, e che prevede l’adozione del figlio del partner (‘stepchild adoption’) e la reversibilità della pensione per il partner superstite”. (Public Policy) FRA-SOR