TASSE, DALL’ELIMINAZIONE DELL’ICI ALL’INTRODUZIONE DELL’IMU /SCHEDA

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Imu

(Public Policy) – Roma, 4 feb – Nel 2008, subito dopo la
vittoria alle elezioni, Silvio Berlusconi decise di abolire
l’Ici (Imposta comunale sugli immobili) sulla prima casa.
Con l’istituzione dell’Imu nel 2011, da parte del Governo
Monti, il leader Pdl è ritornato a parlare non solo di
esenzione. Da ieri, la sua proposta è di voler restituire le
rate già pagate dagli italiani durante il 2012.

L’ICI E L’AZIONE DEL GOVERNO BERLUSCONI NEL 2008
L’Imposta comunale sugli immobili, nata come Imposta
straordinaria sugli immobili (Isi) è stata introdotta dal
primo Governo Amato il 30 dicembre del 1992. Si è
rapidamente evoluta diventando una delle entrate più
importanti nel bilancio dei comuni italiani. È un’imposta
sul patrimonio immobiliare che grava sul valore del
fabbricato con una percentuale fissa decisa dal Comune.

Il 17 luglio 2008, il IV Governo Berlusconi approvò il
decreto legge “Disposizioni urgenti per salvaguardare il
potere di acquisto delle famiglie” con cui eliminò l’Ici da
tutti gli immobili adibiti ad abitazioni principali.
I Comuni però potevano decidere se far rientrare
nell’esenzione anche le pertinenze (box auto e cantine).
Questo, in base a certe tipologie catastali o ad un numero
massimo di pertinenze.

Il 29 ottobre 2008, una sentenza della Cassazione ha
sancito che l’aliquota Ici agevolata per l’abitazione
principale si applicava anche in presenza di due unità
immobiliari, distintamente accatastate, ma solo se entrambe
venivano utilizzate come dimora abituale.

L’IMU, IL RUOLO DI BERLUSCONI E DEL GOVERNO TECNICO
L’Imposta municipale unica è stata introdotta dal IV
Governo Berlusconi il 14 marzo del 2011, limitatamente agli
immobili diversi dall’abitazione principale e sarebbe
entrata in vigore nel 2014.

Dopo le dimissioni di Berlusconi, il Governo Monti, con il
decreto “Salva Italia”, ha modificato la natura dell’imposta
rendendola, di fatto, una nuova Ici sulle abitazioni
principali, anticipandone l’introduzione, in via
sperimentale, a partire dal 2012.

A partire dal 2015, il decreto prevede l’applicazione a
regime dell’imposta, incrementando la base imponibile
attraverso specifici moltiplicatori delle rendite catastali.
Il provvedimento definisce delle aliquote base,
modificabili dalle singole amministrazioni comunali.
Dall’applicazione dell’Imu si ricavano:

a) 4,2 miliardi sulla prima casa;

b) 10,8 miliardi su seconde e terze case;

c) 9 miliardi su negozi, laboratori artigianali ed
industriali.

Per un totale di 24 miliardi di euro (fonte Cgia Mestre).
La somma riservata ai Comuni può aumentare nel caso in cui
decidano di aumentare le aliquote.

Nel 2012 il costo medio dell’Imu per la prima casa è stato
di 278 euro, con punte di 639 euro a Roma e 428 euro a
Milano. Il gettito complessivo è stato di 23,2 miliardi di
euro (3,8 miliardi di euro dalla prima casa), di cui 14,8
miliardi nelle casse dei Comuni e 8,4 miliardi nelle casse
dello Stato.

IL DIBATTITO POLITICO DAL 2006 AD OGGI
Già nel 2006, in piena campagna elettorale, Berlusconi
aveva fatto la sua proposta sulla prima casa: “È una
decisione giusta, perché la casa è un bene primario per
tutte le famiglie ed è un provvedimento che avevamo pensato
da tanto tempo. L’abolizione dell’Ici costerebbe non più di
2,5 miliardi, facilmente reperibili” dichiarava al Sole 24
ore.

“L’Ici sulla casa di abitazione – aveva aggiunto – è
certamente una delle tasse meno amate dai contribuenti”.
L’annuncio era stato fatto durante lo scontro tv con Romano
Prodi, all’epoca leader e candidato premier del
centrosinistra, che subito dopo commentò: “Siamo addirittura
arrivati al botto finale dell’abolizione dell’Ici, cioè
della chiusura di tutti i Comuni italiani”.

Il Pdl replicò, dicendo che l’abolizione dell’Ici sarebbe
sostenibile se coperta dal recupero dell’evasione fiscale,
dalla vendita di immobili pubblici e da razionalizzazioni di
spesa.

Oggi, le parole del leader del Pdl non si discostano da
quelle di 7 anni fa: “La prima casa è qualcosa di sacro. Non
si tocca la casa, è il pilastro della sicurezza per il
futuro delle famiglie perciò l’impegno che assumiamo in
campagna elettorale è l’abrogazione dell’Imu e che non ci
sarà mai più un’imposta sulla casa”, diceva a dicembre al
Corriere.

Ieri, la “proposta shock” del leader Pdl: non solo
eliminare l’Imu ma anche restituire tutto quello che è stato
pagato dai cittadini italiani nel 2012. Il rimborso avverrà
grazie alla tassazione dei capitali italiani evasi in
Svizzera con un accordo con la confederazione elvetica.
Le reazioni degli avversari politici non si sono fatte
attendere. Il presidente del Consiglio uscente, Mario Monti,
ha definito la proposta un velato voto di scambio. Per Pier
Luigi Bersani, candidato premier del centrosinistra si
tratta di demagogia.

Le critiche all’Imu in questi mesi sono state molte,
nonostante sia Pdl che Pd abbiano votato il decreto Salva
Italia. La coalizione guidata da Monti e il Pd intendono
ridurla, ma non eliminarla. I partiti, invece, che si sono
sempre espressi contro sono stati la Lega e l’Idv. (Public
Policy)

DAP