(Public Policy) – Roma, 20 dic – (di Leopoldo Papi) Sono
trascorsi sette mesi dagli eventi sismici che hanno colpito
l’Emilia Romagna e l’area di Mantova, lo scorso maggio. In
questo arco di tempo le Fondazioni bancarie emiliane e
nazionali si sono impegnate direttamente a sostegno delle
popolazioni colpite, con interventi per più di 23 milioni di euro.
Andrea Landi, membro del consiglio dell’Acri (Associazione di Fondazioni
di origine bancaria e di Casse di risparmio Spa) e presidente della Fondazione Carimodena,
legata al territorio modenese, tra i più colpiti dal sisma,
spiega quali iniziative sono state intraprese e fa il punto sulla situazione attuale.
D. QUALI SONO STATE LE PRIORITÀ DOPO IL SISMA?
R. Le Fondazioni dell’Emilia Romagna si sono focalizzate
soprattutto sulle scuole, non trascurando, in prima battuta,
un intervento a supporto della Protezione civile. In questo
senso le Fondazioni avevano già avviato da tempo,
precedentemente al terremoto, varie iniziative volte a
dotare la Protezione civile di strutture e automezzi, che
purtroppo si sono dimostrati particolarmente importanti.
Subito dopo le scosse del 20 e 29 maggio siamo poi
intervenuti per la fornitura di tende, strumenti e supporto
ad associazioni di volontariato che intervenivano nelle aree
più colpite.
D. COME SIETE INTERVENUTI SULLE SCUOLE?
R. Soprattutto nelle attività di ricostruzione degli
istituti, gravemente colpiti un po’ in tutti i comuni. Sono
interventi che si collocano in una prospettiva a medio
termine, e che interessano le risorse più importanti. La
risposta regionale è stata di dotare di prefabbricati e di
moduli le scuole.
Ora l’attività scolastica è ripresa a regime quasi
dappertutto, e occorre avviare i progetti di ricostruzione
vera e propria. Nell’area di Modena le quattro fondazioni
cittadine interverranno a Mirandola e Carpi: abbiamo
individuato un complesso scolastico importante di scuole
professionali e licei scientifici che vedranno il nostro
impegno unito a quello di alcuni privati.
D. QUALI SONO LE INIZIATIVE PER IL RECUPERO DEI BENI
CULTURALI?
R. Nell’area regionale tutte i beni e le opere danneggiati
sono stati recuperati dalla soprintendenza e attualmente e
collocati presso il palazzo Ducale di Sassuolo. È già
cominciata un’attività di restauro a cui abbiamo destinato
un primo finanziamento di 150 mila euro, ricavato da un’asta
di beneficienza promossa attraverso Fondazione fotografia,
di opere di artisti internazionali.
L’attività di recupero continuerà nei prossimi anni, a cura
dell’istituto delle Pietre Dure di Roma e della direzione
regionale. Proprio in questi giorni firmeremo poi un
protocollo col ministero dei Beni culturali.
D. QUAL È STATO IL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI?
R. Sempre molto stretto. Per quanto riguarda l’area
emiliana, siamo stati sempre in contatto con la Regione e
quindi con il commissario Vasco Errani (presidente della
Regione; Ndr), e poi con la Provincia di Modena e i Comuni.
Con la Provincia il rapporto è stato particolarmente
importante, date le sue competenze per quanto riguarda le
scuole medie e superiori.
D. A 7 MESI DAL SISMA, QUAL È LA SITUAZIONE DELLE ATTIVITÀ
ECONOMICHE LOCALI?
R. Siamo fondazioni e non banche, che sono più a stretto
contatto con le realtà produttive, l’altro versante che
doveva prevedere interventi tempestivi, trattandosi di
un’area ad alta densità di imprese medie e piccole.
L’impressione comunque è che ci sia stata una reazione
molto sollecita e importante da parte delle imprese, oltre a
una solidarietà e un ruolo importante delle associazioni di
categoria, che ha permesso una ripresa produttiva anche
sorprendente. I dati comunque fanno riferimento a una
situazione dell’attività economica non ancora paragonabile a
quella precedente il sisma, per quella ci vorrà ancora un
po’ di tempo.
D. QUALI SONO STATE LE MAGGIORI DIFFICOLTÀ?
R. Ci sono state difficoltà evidenti dal punto di vista del
riconoscimento dei danni.E poi qualche difficoltà c’è stata
nel dare esecuzione agli interventi di sostegno, come quello
previsto della Cassa depositi e prestiti, che solo adesso ha
portato a una convenzione con l’Abi. La Cdp ha messo a
disposizione 6 miliardi a tassi zero, ma non sono ancora
operativi. L’intervento dello Stato è importante non solo in
termini di quantità di risorse, ma conta anche molto la
capacità di renderle effettive e disponibili. (Public Policy)
LEP